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    Il profilo dell’imprenditore


    Abstract
    "Essere imprenditori di se stessi …". Come si fa? In che senso? Ci vorrebbe una persona che risponda: "E' semplicissimo! Adesso te lo spiego io!" Invece no, non c'e' una spiegazione valida per tutti!
    Contenuto

    Il codice civile definisce imprenditore: "… chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine di produzione o dello scambio di beni e servizi". Perciò l'impresa è l'attività svolta dall'imprenditore, l'azienda è lo strumento necessario per svolgere quest'attività, la ditta è la definizione commerciale dell'imprenditore.
    Questo per dare una struttura all'introduzione del presente contributo. Lo psicologo, quindi, diventa imprenditore di se stesso quando mette in campo la sua professionalità acquisita e lo fa offrendo un servizio ad una particolare fascia di persone. L'operazione sembra facile e si può organizzare avendo uno schema semplicissimo in mente:

    • analisi dei bisogni della popolazione dove si vuole intervenire (città, paese o quartiere), o del tipo di popolazione che si vuole prendere come target (alcolisti, bambini, persone con handicap, aziende, neo laureati, ecc.);
    • pensare ad un obbiettivo, relativo alla possibile domanda che è emersa dall'analisi dei bisogni;
    • analizzare le risorse che provengono da se stesso e dall'ambiente;
    • progettare un intervento che sia un'offerta reale; produrre il servizio.

    Si può notare come la produzione del servizio – e perciò il riferimento alla definizione dell'imprenditore – è frutto di tutta una serie di passaggi precedenti che, tuttavia, non risultano prestabiliti da subito. In altre parole, ad ogni passo successivo necessiterà monitorare e controllare lo stato del lavoro al fine di ritarare il servizio e renderlo più efficace.
    Per poter fare questo tipo di professione si può essere anche psicologi, ma tutti gli imprenditori hanno spiccate caratteristiche personali che protendono verso la creazione di qualcosa di proprio, di nuovo. Sempre ricoprono un ruolo complesso per le molteplici funzioni che devono svolgere. A questo punto dovremmo citare degli studi per descrivere il profilo dell'imprenditore tipo… gli studi sono ancora alla ricerca di questo Tizio, perché proprio quando si pensava di averlo trovato ecco che spunta un imprenditore di successo che non assomiglia per niente al nostro Tizio. Quindi esistono sì delle caratteristiche di base che ora elencheremo ma sono solo i punti di partenza dai quali poi la nostra creatività va oltre. Sicuramente bisogna:

    • avere la capacità di decidere e di agire in autonomia.
      Questo è molto importante ma anche relativo: non si può fare tutto da soli. Quello che è indispensabile è avere autonomia di giudizio, prendere decisioni da soli, senza farsi influenzare da altri. Bisogna sempre valutare le conseguenze e le implicazioni delle proprie decisioni. Le decisioni, infatti sono il motore di un impresa: ogni decisione sarà seguita da una serie di azioni. La cosa più importante é che le proprie decisioni siano sempre in linea con il proprio progetto strategico, fatto prima di iniziare la produzione del servizio. Perciò l'autonomia delle decisioni viene sempre spalleggiata dalla coerenza.
    • avere determinazione.
      Ce ne vuole tanta perché la strada da fare, dalla prima idea fino alla realizzazione del proprio progetto, è tanta. Ci sono molti passi obbligati e tutti richiedono sempre delle cose nuove da fare e risolvere e spesso questo non è agevole. Le imprese grandi e piccole sono fatte da persone da contattare, da diverse istituzioni, questo da spazio ad incomprensioni, ostacoli di ogni genere. Per poter andare sempre avanti l'unico carburante è la determinazione di poter realizzare la propria idea e quindi dare vita ad un progetto. Non bisogna certo diventare ostinati e qui ci sono altre caratteristiche che aiutano l'imprenditore: la flessibilità e l'adattabilità. Essere bravi a cambiare in tempo e strada facendo, adattando se stessi e la propria impresa a condizioni ambientali nuove.
    • possedere le conoscenze.
      Servono per affrontare le difficoltà che si incontrano strada facendo: sono tante! Non basta un percorso scolastico che si conclude fino alla laurea, che non è sempre indispensabile, ma serve approfondire almeno uno dei tre tipi di conoscenza che andiamo ad elencare:
      > conoscenza tecnica del settore;
      > conoscenza commerciale e relative alle vendite od erogazione del servizio;
      > conoscenza manageriale per l'organizzazione e la gestione della propria impresa.
      E' difficile possedere conoscenze su tutti e tre i campi, perciò è preferibile almeno approfondirne uno e lasciare la competenza degli altri due ad altri professionisti. A volte ci sono i soci che possono compensare queste competenze, comunque per poter gestire queste conoscenze che vengono possedute da persone c'è bisogno di una competenza di base per comunicare con gli altri ed esercitare un minimo di controllo.
    • leadership.
      Fondamentalmente l'imprenditore è una persona che raggiunge gli obbiettivi che si prefigge affidandosi all'attività che altri, suoi collaboratori, svolgono. Per questo assume particolare importanza l'attitudine a guidare e gestire le persone: esercitando la leadership. Le capacità che un imprenditore deve saper esercitare sono di tipo tecnico, umano e concettuale. Ciascuna di queste capacità pesa diversamente a seconda del livello organizzativo che si occupa: più basso è il livello e più contano le competenze tecniche, più è alto e più contano le abilità concettuali. Le capacità umane e di relazione interpersonale valgono sempre e per ogni livello di responsabilità. Per creare una nuova impresa bisogna affrontare molti problemi di tipo sia tecnico che concettuale e solo dopo questa fase (la progettazione), durante la realizzazione, dovrà avvalersi del contributo di molti collaboratori con compiti anche molto diversificati. Ora, oltre alla capacità di comunicare, dovrà mettere in atto la leadership, la capacità di stimolare il lavoro degli altri, di guidarli, controllarli, delegando loro più o meno certe responsabilità. Idea comune é che leader si nasce magari con un certo carisma. Non si è così tassativi. Si può diffondere questo tipo di lavoro: essere guidati da una persona in particolare che è detentrice dell'idea guida dell'impresa, il responsabile della strategia. Per fare questo bisogna tener conto delle caratteristiche individuali dei singoli partecipanti all'impresa: le motivazioni, la maturità, la capacità di lavorare autonomamente, il bisogno di supporto sia amicale che autoritario. Perciò piuttosto che soffermarsi se si è capaci ad essere un buon leader bisogna conoscere meglio le persone che fanno parte dell'impresa.
    • capacità di comunicare.
      È stata citata prima molte volte: la capacità di scambiarsi delle informazioni, di trasmettere informazioni e messaggi in modo efficace ad altre persone e la capacità di leggere e sentire ciò che i collaboratori comunicano all'imprenditore. Perciò è il veicolo fondamentale per stabilire le relazioni tra i componenti del gruppo di lavoro. Bisogna pensare quindi ad un gruppo che in modo circolare si scambia informazioni creando delle retroazioni, delle modificazioni, feed-back, che influiscono sicuramente sul comportamento e sopratutto, per quanto ci interessa, sul lavoro. Perciò l'imprenditore deve utilizzare e coordinare tutti gli strumenti di comunicazione necessari per porsi in relazione con i destinatari interni ed esterni dell'impresa.
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    Ci sono 9 commenti.

    1. Spesso mi rendo conto che quello che mi manca, nonostante mi prenda cura della mia preparazione, la “faccia tosta” di saper vendere la mia professionalità in modo efficace. Penso di poter essere una persona preparate e comunque disposta ad impegnarsi nell’acquisire nuove eventuali conoscenze per poter fare bene il mio lavoro..eppure convincere gli altri che posso essere un buon professionista è uno dei miei talloni d’Achille. Quindi il mio prossimo obiettivo è acquisire la faccia tosta necessaria a convincere che se mi assumeranno, o sceglieranno me come professionista hanno compiuto una buona scelta! In questo l’articolo mi è stato utile!

    2. Psicologia non era la mia prima scelta..però una volta cominciata ho deciso di terminare il percorso e da un certo punto di vista non ne sono pentita.quando,più giovane giocavo ad immaginarmi nel lavoro che avrei svolto nel futuro, come psicologa mi vedevo “richiesta”..non dico immobile ad attendere gli appuntamenti, ma sicuramente non ero io che dovevo propormi. forse perchè da ragazza, ed anche da adulta, ho avuto bisogno del sostegno dello psicologo, ma per motivi di denaro non ho potuto permettermelo. sono certa della validità delle considerazioni espresse nell’articolo, così come della logica della presentazione dei progetti, tanto è vero che io stessa ne presento..ma non riesco a non pensare che nel moemnto in cui si presenta in prima persona un proprio progetto si sia più in un ottica commerciale che di prevenzione o sociale. mi rendo conto che entro certi limiti io sia in errore, tuttavia, la penso così!

    3. sono pienamente d’accordo con quantoavete scritto, spero di avere le carte in regola per ottenere un minimo di successo per essere soddisfatta doi me stessa!!!! grazie del vostro aiuto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    4. Come riferimento iniziale per chi vorrebbe “tentare” non è assolutamente male..articolo interessante, con molteplici spunti di riflessione. Ma:come procedere concretamente ad un’analisi dei bisogni territoriali? E’ previsto un particolare iter? A chi rivolgersi soprattutto durante gli stadi iniziali? Grazie

    5. eh si non è fracile e con la volontà certe caratteristiche si possono apprendere….richiede un grado alto di intelligenza emotiva essere imprenditore l’articolo è interessante e chiaro

    6. complimenti per questo articolo! lo trovo molto chiaro e molto interessante!!!!!!!!grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    7. complimenti per questo articolo! lo trovo molto chiaro e molto rasserenante perchè ti da le infomaizoni necessarie senza farti spaventare…perchè chi pensa di intraprendere questa strada è preso da molte paure ed incertezze che non riesce a capitre bene cosa fare. Grazie!

    8. L’articolo è interessante ma manca di tali pratico e di qualche dritta per iniziare. Il profilo dell’ imprenditore ideale è buona ma lo schema proposto è un po’ riassuntivo e astratto. Non è facile oprganizzare e produrre un servizio!

    9. io lo stoi facendo ad avellino…cerco anche persone con cui collaborare. Soprattutto psicologi evolutivi e del lavoro. Chi volesse, 0825782621 Dr Federico Sasso

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