A casa più piccola corrisponde famiglia più ridotta e, insieme al numero di metri quadri, diminuisce il numero dei figli degli italiani. A lanciare l'allarme sul legame metri quadri-famiglia è la psicologa Serenella Salomoni, che così commenta una ricerca effettuata da Sitcom Editore su un campione di 540 uomini e donne, di età compresa tra i 25 e i 65 anni, appartenenti a nuclei familiari di almeno tre componenti, in occasione del lancio del nuovo mensile di arredamento "Case and Stili". I metri quadrati a disposizione sono sempre meno (96, secondo l'ultimo censimento 2001 dell'Istat), così come il numero delle stanze: alcune, anzi, scompaiono. Basta pensare che sono raddoppiate le casae il solo angolo cottura (il 75,5% delle case ha una cucina adibita a stanza, mentre nel 1991 era l'87,2% dei casi). E cambiano gli stili di vita, a favore di una sempre maggiore propensione all'individualismo, che gli psicologi hanno definito come "sindrome da monade".
Secondo la ricerca, al diminuire degli spazi delle case, diventate sempre più come alveari nelle grandi metropoli, corrisponde il venir meno dei tradizionali riti di socializzazione. Scompare il tinello, l'ambiente per eccellenza dove la famiglia si riuniva per mangiare, per crescere i figli, leggere o fare i compiti, giocare a carte e ascoltare la radio. "Anche il salotto 'tout court' -spiega Valerio Di Bussolo, responsabile delle relazioni esterne di Ikea Italia – è saltato come categoria. Adesso tutto è molto più fluttuante, rubricato sotto la definizione inglese di 'living'.Il costo del metro quadro poi ha dato la botta finale". Così vengono però meno anche momenti di aggregazione fondamentali, quali l'invito dei parenti a casa per il pranzo della domenica (23%) perché, banalmente, non ci sono le sedie e lo spazio per ospitarli. Sparisce, di pari passo con il lento declino della tv generalista, anche l'immagine che ha fotografato l'Italia del secondo dopoguerra, che vedeva genitori e figli seduti la sera sul divano a guardare tutti assieme la tv (22%): meglio ognuno nella propria stanza, tra musica, internet e tv satellitare.
Assistiamo a un fenomeno di eccessivo individualismo – spiega la psicologa – soprattutto da parte delle giovani generazioni, che si atteggiano a vere e proprie monadi, ovvero centri di forza indivisibili e autosufficienti, complice proprio la struttura delle case. Le stanze sono sempre più piccole e sono venute meno proprio quelle che fungevano da focolare domestico dove la famiglia si riuniva, come la cucina e il tinello. Da qui la sempre maggiore incomunicabilità tra generazioni, che sta seriamente minando gli equilibri sociali".
Scompaiono anche elementi strutturali che creavano un confine netto tra gli ambienti in cui vivere e quelli di passaggio, quali il ripostiglio (14%) e il corridoio (11%), sostituiti dall'area degli esercizi ginnici, tra tapis roulant e pancafit (18%), dal bagno turco o dalla sauna (25%), dove esaltare il proprio bisogno edonistico di auto-gratificazione fisica. Per gli amanti della buona cucina, la nuova frontiera dell'ospitalità si sposta nella creazione di aree adibite al bar (12%) o al barbecue (16%), mentre oramai un must, anche nelle case più piccole, con tanto di allacciamento idraulico già predisposto, è il vano lavanderia (16%).
Fonte: http://notizie.alice.it/