Quando si è alla ricerca di un lavoro, l’atteggiamento mentale è un elemento cruciale che può fare la differenza tra il successo e l’insuccesso. Avere una mentalità positiva e ben focalizzata non solo aumenta le probabilità di superare gli ostacoli, ma anche di mantenere alta la motivazione nel lungo periodo.
Prima di iniziare a preparare un curriculum o a consultare annunci di lavoro, bandi, siti web e passaparola, è fondamentale adottare un atteggiamento propositivo. Questo mindset gioca un ruolo decisivo, perché la ricerca di lavoro non è solo questione di abilità tecniche o di opportunità presenti, ma anche di resilienza e costanza.
Le diverse modalità di ricerca del lavoro
La ricerca di un impiego può essere affrontata in diversi modi. Si può scegliere di affidarsi a un’Agenzia per il Lavoro (APL) o a un’agenzia di collocamento, rispondere a inserzioni online o contattare direttamente persone del proprio settore per esplorare opportunità non ancora pubblicizzate. In ogni caso, è importante distinguere tra una ricerca di lavoro “attiva” e una “proattiva”.
Ricerca di lavoro attiva
Una ricerca di lavoro attiva si concentra su metodi tradizionali e consolidati. Questo approccio prevede la preparazione di un curriculum vitae ben strutturato e di una lettera di presentazione mirata. Rivedere le proprie abilità e prepararsi per i colloqui di selezione è altrettanto importante, così come identificare le aziende o le posizioni che si allineano con le proprie aspirazioni professionali.
Nella ricerca attiva, ci si dedica all’esplorazione di sezioni di lavoro sui siti web aziendali e all’invio di candidature a posizioni aperte. Partecipare ai colloqui quando chiamati è l’ultima fase di questo percorso. Con un approccio attivo, ci si impegna in un processo regolare e sistematico di candidatura per sfruttare le opportunità che si presentano, pur mantenendo un certo grado di passività nell’attesa di risposte.
Ricerca di lavoro proattiva
La ricerca di lavoro proattiva, invece, va oltre i metodi tradizionali e richiede un impegno maggiore. Oltre a inviare candidature per posizioni già disponibili, la ricerca proattiva prevede il contatto diretto con aziende di interesse, anche quando queste non hanno aperto ufficialmente posizioni lavorative. Presentarsi e chiedere informazioni su future possibilità di assunzione dimostra intraprendenza e determinazione.
Inoltre, questo approccio prevede una forte componente di networking. Partecipare a eventi di settore, stabilire connessioni con professionisti influenti e richiedere referenze personali sono strumenti essenziali per ampliare la propria rete di contatti. La creazione di un sito web personale, la pubblicazione del curriculum su portali di lavoro specializzati e la costante attenzione a opportunità promosse da associazioni professionali sono altre attività strategiche. Collaborare attivamente con colleghi del settore e mantenere vivi i rapporti professionali aumenta sensibilmente le possibilità di successo.
Vantaggi e svantaggi della ricerca attiva
Uno dei principali vantaggi di una ricerca di lavoro attiva è la minore quantità di tempo richiesta rispetto a quella proattiva. Cercare annunci e inviare candidature è un processo relativamente semplice e diretto. Tuttavia, l’aspetto negativo è che si finisce per competere con un numero elevato di candidati per un numero limitato di posti.
Uno studio recente ha evidenziato che solo il 20% delle posizioni lavorative disponibili viene effettivamente pubblicizzato. Questo significa che la ricerca attiva, pur essendo utile, può non essere sufficiente a individuare tutte le opportunità presenti sul mercato, richiedendo a volte un lungo periodo di ricerca.
Vantaggi e svantaggi della ricerca proattiva
Al contrario, una ricerca proattiva richiede più tempo e fatica. Contattare aziende anche in assenza di posizioni aperte o partecipare attivamente a eventi di networking implica un maggior investimento di risorse, sia fisiche che mentali. Tuttavia, questa strategia può portare a risultati più significativi, perché si esplorano strade non battute dalla maggioranza dei candidati.
L’approccio proattivo permette di stabilire un obiettivo numerico preciso, che aiuta a mantenere alta la motivazione. In media, per ottenere un lavoro possono essere necessarie centinaia di candidature a inserzioni e centinaia autocandidature spontanee. Si stima inoltre che per avere successo sia utile fare passa parola con almeno 300 persone e partecipare a circa 30-40 colloqui.
Se si è coerenti con il proprio percorso professionale e si adotta un atteggiamento proattivo, è possibile ottenere risultati con numeri molto più bassi, riducendo il tempo necessario per trovare l’impiego desiderato.
In conclusione, la scelta tra una ricerca di lavoro attiva o proattiva dipende dagli obiettivi e dalla disponibilità di tempo ed energia. Mentre la ricerca attiva può sembrare più accessibile, quella proattiva offre l’opportunità di scoprire posizioni lavorative non pubblicizzate, aumentando così le possibilità di trovare un lavoro in linea con le proprie aspirazioni.