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    Attenzione e consapevolezza non sono equivalenti

    In genere si pensa che prestare attenzione a qualcosa implichi il fatto che se ne diventi consapevoli. Una serie di esperimenti ha però dimostrato che si tratta di due stati mentali distinti, Questo sdoppiamento potrebbe rappresentare un meccanismo utile alla sopravvivenza sviluppatosi nel corso dell’evoluzione
    Prestare attenzione a qualcosa ed essere consapevoli della sua presenza sembra essere la stessa cosa, dato che in entrambi i casi in qualche modo si sa che quella cosa c'è. Tuttavia, un nuovo studio, in corso di pubblicazione sulla rivista “Psychological Science”, indica che abbiamo a che fare con due situazioni  distinte: il cervello può prestare attenzione a qualcosa senza essere consapevole della sua presenza.
    Di solito, quando si presta attenzione a qualcosa, se ne diventa infatti anche consapevoli, tanto che molti psicologi considerano i due concetti indissolubilmente legati. Tuttavia i dati ricavati da precedenti studi indicavano che le cose forse non stanno esattamente così. "Ci siamo chiesti se le cose possano attirare la vostra attenzione anche quando non le vediamo affatto", dice Po-Jang Hsieh, della Duke-NUS Graduate Medical School in Singapore e del MIT, coautore della ricerca.
    Hsieh e colleghi hanno così progettato un particolare esperimento: con un’apposita attrezzatura, a ogni partecipante allo studio veniva mostrato un video diverso per ogni occhio. Un occhio osservava delle strutture colorate in movimento, in modo che lo stato di consapevolezza della persona venisse attirato da quell’occhio, in virtù dei meccanismi di funzionamento del cervello. all’altro occhio veniva invece mostrato un insieme di figure ferme, tutte di colore verde, a parte una, rossa.
    A questo punto i ricercatori hanno controllato verso quale parte dello schermo si dirigesse la loro attenzione, scoperto che essa si dirigeva verso la forma rossa, nonostante il fatto che i soggetti non si accorgessero di averla vista. 
    In un successivo esperimento, i ricercatori hanno scoperto che se le persone venivano distratti assegnando loro un compito impegnativo, la forma rossa non riusciva più ad attirare inconsciamente l'attenzione, a dimostrazione del fatto che il prestare attenzione, anche in assenza di consapevolezza, richiede una discreta disponibilità di risorse di elaborazione cerebrale.
    Secondo Hsieh questo sdoppiamento fra consapevolezza e attenzione potrebbe essersi evoluto come meccanismo utile alla sopravvivenza: essere in grado di notare ed elaborare qualcosa di insolito senza nemmeno rendersene conto avrebbe potuto rappresentare un notevole vantaggio, per esempio. per la sopravvivenza nella savana: "spesso abbiamo bisogno di essere in grado di rivolgere l'attenzione agli oggetti di potenziale interesse anche prima di essere diventati consapevoli di questi oggetti", spiega Hsieh. 
     
    Fonte: http://www.lescienze.it/
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