Una diagnosi veramente precoce dell’autismo è possibile, già dai primissimi mesi di vita e addirittura partendo dall’osservazione nel corso della vita prenatale. Parte nel 2011 il progetto “Non invasive tools for early detection of Autism Spectrum Disorders” affidato alla ricercatrice dell’ISS Maria Luisa Scattoni (vincitrice del premio Giovani ricercatori) e finanziato dal Ministero della Salute.
Il progetto coinvolge il reparto Imaging molecolare e cellulare dell’ISS, l’IRCCS Stella Maris, l’ospedale Bambino Gesù e l’Università di Firenze ed è stato annunciato nel corso del convegno internazionale “Autism from research to policy” all’Istituto Superiore di Sanità. Si tratta di studi non invasivi che prevedono l’osservazione di 200 bambini alla nascita, a un mese, a tre e a sei mesi. Attraverso un file video e audio saranno registrati i general movements, il pianto e altre azioni direttamente a casa dei piccoli.
La seconda fase del progetto prevede il monitoraggio dei fratelli di bambini che presentano sindromi dello spettro autistico, fin dalla pancia della mamma. “Quasi l’1% dei bambini è affetto da un disturbo autistico – dice il Presidente dell’ISS Enrico Garaci – per questo motivo è necessario continuare il lavoro iniziato nel 2008 col Ministero della Salute, sottolineando l’importanza di predisporre Linee Guida nazionali come riferimento scientifico per la definizione dei percorsi di diagnosi e di terapia, e dei criteri di organizzazione dei servizi”.
Il prossimo progetto è un passo importante per tracciare una mappa dei disturbi. “Lo scopo – dice Maria Luisa Scattoni, del reparto Neurotossicologia e neuroendocrinologia dell’ISS – è quello di individuare marker comportamentali precoci individuando i bambini ad alto rischio e quindi poter fare una diagnosi precoce. Una valutazione del genere non e’ stata possibile finora dal momento che la valutazione diagnostica avviene sulla base di parametri quali interazione sociale, imitazione, gioco, comunicazione verbale e non verbale, tutte cose impossibili da studiare prima dei 2 anni d’età, per questa ragione focalizzeremo la nostra attenzione sul repertorio vocale e motorio nei primi mesi di vita”.
Le stime europee più recenti indicano una prevalenza per i disturbi dello spettro di circa 1 su 150 bambini, con i maschi colpiti 4 volte in più delle femmine. Nell’ultimo decennio la prevalenza è fortemente aumentata. “Attraverso questa iniziativa – dice Gemma Calamandrei, Direttore del Reparto di Neurotossicologia e Neuroendocrinologia dell’ISS – si gettano le fondamenta per la creazione di una rete italiana che coinvolga le realtà cliniche, le autorità regolatorie e le aree di ricerca epidemiologica e di base che operano nell’ambito dell’autismo e delle sindromi correlate anche in vista dell’istituzione di un Registro Italiano sull’Autismo che permetta di ottenere stime accurate sulla prevalenza di questi disturbi in Italia”
Fonte: http://www.sanitaincifre.it/2010/10/autismo-diagnosi-possibile-gia-nella-pancia/