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    Benessere organizzativo nel comune di Trieste

    Una ricerca indagine sul “Benessere lavorativo all’interno del Comune di Trieste” sarà condotta dall’Area Risorse Umane e Formazione in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dell’Università della nostra città, sullo stile di quanto già realizzato dall’Univesità La Sapienza di Roma con il Dipartimento della Funzione Pubblica.

    Il progetto è stato presentato giovedì 28 febbraio nel corso di una conferenza stampa, alla quale sono interventi l’assessore comunale alle Risorse umane, la direttrice dell’Area Romana Meula, la funzionaria Arianna Corossi e il laureando Paolo Prelli, curatore del progetto, che costituirà anche la sua tesi di laurea.

    Tra le finalità della ricerca – la prima di questo genere realizzata dal Comune di Trieste – c’è la volontà di “sondare il grado di benessere percepito dai dipendenti comunali” e di “localizzare eventuali fenomeni di disagio, ipotizzandone le cause”. Si tratta di un ulteriore strumento di dialogo e contatto con i dipendenti, volto a stabilire un sempre più stretto rapporto di collaborazione, con l’obiettivo finale di migliorare sia le situazioni di lavoro che i servizi offerti ai cittadini.

    La partecipazione alla ricerca sarà facoltativa e potrà riguardare il personale comunale di ruolo (potenzialmente circa 2.650 dipendenti), chiamato a partecipare all’iniziativa rispondendo in forma anonima ad uno specifico questionario. Tra i quesiti figurano domande sulle “caratteristiche del ruolo lavorativo”, sul “benessere psicofisico”, su “ambiente e sicurezza”, sulla “comunicazione”, sugli “indicatori positivi e negativi del benessere organizzativo”. Infine l’ultima parte consentirà di raccogliere “suggerimenti” da parte dei dipendenti comunali che parteciperanno al questionario.

    L’analisi -i cui dati sanno raccolti entro il mese di marzo ed elaborati per settembre- consentirà di fornire “una visione complessiva del clima lavorativo, supportata da dati statistici; l’identificazione di aree e profili professionali disagiati e di carenze strutturali; una serie di ipotesi causali sul disagio eventualmente rilevato; nonché una scala di priorità d’intervento strutturale, basata sulle percezioni dei dipendenti”.
    Attraverso questa iniziativa -è stato spiegato- si otterrà anche una prima chiave di lettura della realtà del Comune di Trieste, un interessante punto di partenza per migliorare la qualità degli ambienti lavorativi.

    Articolo tratto da: http://www.adige.tv/

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