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    Cambiare abitudini alimentari: perché è così difficile e cosa ci può aiutare

    Cambiare abitudini è una delle sfide più difficili da affrontare, soprattutto quando parliamo di abitudini alimentari.

    Adottare una alimentazione più sana, cercare di mangiare meglio in modo da sostenere la nostra salute e il nostro benessere è meno semplice di quanto possa sembrare. Eppure, ormai abbiamo moltissime informazioni su come mangiare in modo più salutare: rispetto a qualche anno fa, la nostra società è molto più attenta alla qualità del cibo e alla sua preparazione; sappiamo molto di più dell’importanza che una buona alimentazione ha per il nostro corpo e la nostra mente.

    Nonostante questo, adottare un nuovo regime alimentare spesso è una delle esperienze più frustranti che possiamo fare. Ci mettiamo tutta la nostra buona volontà, ma, passato il primo momento di entusiasmo ci troviamo di fronte ad enormi difficoltà: sappiamo cosa dovremmo fare ma, semplicemente, non riusciamo a farlo.

    Cosa succede in questi casi?
    Qual è la ragione di tutte queste difficoltà? E, soprattutto, cosa possiamo fare per rendere il cambiamento più facile?

    Il problema, evidentemente, non è la conoscenza: anzi molti, paradossalmente proprio coloro che hanno provato tutte le diete possibili, sono dei veri esperti di cibo e di alimentazione sana, eppure non hanno successo.

    Come mai? Perché affrontare un cambiamento alimentare solo da un punto di vista nutrizionale, in molti casi, non basta. Non è sufficiente concentrarsi su COSA si mangia; bisogna fermarsi a considerare anche il PERCHE’: perché mangio come mangio?

    Il cibo per noi esseri umani ha, infatti, una molteplicità di significati: rappresenta un modo per esprimere la nostra identità, per veicolare sentimenti ed emozioni, per stringere relazioni e consolidare affetti, per definire un’appartenenza culturale.
    Insomma, il cibo e l’alimentazione hanno, per ognuno di noi, un significato unico ed individuale.

    Modificare le nostre abitudini alimentari senza considerare questi aspetti rende l’impresa, molto spesso, impossibile.
    Per cambiare efficacemente regime alimentare è importante, infatti, chiedersi quali esigenze sto cercando di soddisfare od esprimere, esigenze non solo o non tanto fisiche ma emotive, psicologiche, sociali; cioè far emergere quei significati individuali che, spesso, sono talmente radicati da essere inconsapevoli.

    Mangiamo in un certo modo senza neppure accorgercene, perché così abbiamo sempre fatto o perché ci è stato insegnato, anche se certi comportamenti sono controproducenti, come mangiare oltre il punto di sazietà o mangiare di più perché siamo in compagnia di altre persone.

    Ma non posso cambiare qualcosa di cui non sono consapevole.

    Per sviluppare la consapevolezza del “perché” che sta alla base dei nostri comportamenti alimentari ci vengono in aiuto la Mindfulness e la sua applicazione alla alimentazione, la Mindful Eating.

    Grazie ad esse, infatti, impariamo a portare un’attenzione gentile e non giudicante alla nostra esperienza con il cibo, così da far emergere quei significati unici che la caratterizzano; coltivando la presenza mentale, mettiamo in pausa i comportamenti alimentari automatici, in modo da riappropriarci della possibilità di scegliere se e come mangiare.
    È così che, attraverso la pratica della Mindfulness e della Mindful Eating, il cambiamento delle abitudini diventa un processo di riscoperta di sé e delle proprie necessità, fisiche e psicologiche, e che, proprio perché tarato sulla mia individualità, è più duraturo e sostenibile.

    Articolo scritto dalla Dott.ssa Mara Pavanel (Psicologa, Psicoterapeuta) docente del corso “Lavorare come Psicologo del Comportamento Alimentare: tecniche di Counseling Psicologico e di Mindful Eating”, organizzato da Obiettivo Psicologia.

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