Nonostante la connotazione negativa abitualmente associata a questo concetto, di per sé lo stress non rappresenta una condizione sfavorevole in assoluto. Si tratta infatti di una risposta adattiva che si innesca per predisporre l’individuo ad affrontare adeguatamente la situazione che ha di fronte. Lo stress ha quindi di base la funzione di migliorare le capacità prestazionali dell’individuo consentendogli di sopravvivere, adattandosi alle richieste dell’ambiente al meglio delle sue possibilità.
Egli prese in prestito questo termine dalla metallurgia per indicare l’insieme di modificazioni fisiologiche messe in atto in risposta a particolari pressioni, definendolo una “reazione aspecifica dell’organismo a tutte le sollecitazioni cui è sottoposto e a ogni richiesta effettuata su di esso” (Selye, 1955), enfatizzando così il fatto che la reazione di stress potesse scaturire da cause differenti, di varia natura.
Difatti, non sono soltanto gli eventi eccezionali a poter provocare una risposta stressante nell’individuo ma anche le richieste ambientali usuali accentuate o percepite soggettivamente come intense.
La componente soggettiva nella percezione dell’evento è dunque fondamentale nel determinare la reazione conseguente: al di là delle loro caratteristiche oggettive gli eventi costituiscono stimoli stressanti (stressor) nella misura in cui vengono percepiti come tali dalla persona. Questo spiega perché uno stesso evento/stimolo sia in grado di innescare una reazione di stress in una persona e non in un altra, o, allo stesso modo, innescarla in un particolare momento di vita e in un altro momento no.
Eustress e Distress
La risposta fisiologica e psicologica è infatti o eccessiva o eccessivamente ridotta, e, sia in un caso che nell’altro compromette le capacità della persona di affrontare efficacemente la situazione, generando ripercussioni negative sul sistema immunitario che ostacolano ulteriormente la ripresa dell’organismo dopo lo sforzo. In questo caso si parla di “distress”, ossia stress "negativo", disadattativo.
L’eustress è caratterizzato da sintomi fisici come efficienza e buona qualità del sonno, da sintomi emotivi come serenità e gioia, da sintomi cognitivi come pensieri adattivi, da sintomi comportamentali come decisioni ben ponderate e reazioni funzionali.
Il distress da difetto, caratterizzato da scarsa attivazione, è accompagnato da sintomi fisici come aumento del sonno, pressione bassa, mal di testa, da sintomi emotivi come tristezza, malinconia, apatia, rassegnazione, da sintomi cognitivi come pensieri disfattisti e fallimentari, da sintomi comportamentali come lentezza nel prendere decisioni e scarsa efficienza.
Il distress da eccesso, caratterizzato da eccessiva attivazione, è accompagnato da sintomi fisici come insonnia, pressione alta, tachicardia, da sintomi emotivi come rabbia, rancore, irrequietezza, da sintomi cognitivi come pensieri distruttivi e vendicativi, da sintomi comportamentali come decisioni affrettate e scarso controllo degli impulsi.
Tale sindrome è caratterizzata da una serie di modificazioni fisiologiche che l’organismo mette in atto attraverso tre diverse fasi che sono:
- Fase di Allarme – Schock
- Fase di Resistenza o Adattamento – Controschock
- Fase di Esaurimento – Strain
- Fase di Allarme – Schock
Possono aumentare: frequenza cardiaca, ritmo del respiro, salivazione, temperatura corporea, pressione sanguigna, tensione muscolare. È una fase difficilmente controllabile da parte del soggetto, e, specialmente in periodi particolarmente intensi anche stimoli minimi possono innescarla.
Fase di Resistenza o Adattamento – Controschock
L’andamento di questa fase dipende dalle risorse interne della persona, dalla sua capacità di gestire gli stimoli, da convinzioni e credenze, dal senso di autoefficacia, dal locus of control, ecc. Quanto più le risorse di coping sono elevate tanto più sarà adattiva la reazione. Una gestione funzionale di questa fase porterà all’eustress, una gestione disfunzionale condurrà invece alla fase di esaurimento e al distress.
Si verifica una iperattivazione del sistema parasimpatico o del sistema simpatico, quindi la risposta fisiologica diventa o troppo ridotta (distress da difetto) o eccessiva (distress da eccesso), di conseguenza possono manifestarsi sintomi fisici opposti.
Il suo esito, adattivo o disadattivo, dipenderà da un insieme di fattori come l’intensità e la durata dello stimolo, la rilettura soggettiva, le risorse che l’individuo ha a disposizione e quindi, dalla sua capacità di non lasciarsi sopraffare, gestendo la situazione in maniera funzionale ed efficace.