I compiti a casa sono ormai una tematica di interesse pubblico periodicamente dibattuta tra sostenitori di diversi punti di vista rispetto all’opportunità della loro assegnazione o meno agli studenti.
Recentissimi sono i casi di genitori che hanno espresso agli insegnanti il loro dissenso all’assegnazione dei compiti delle vacanze poiché proibitivi rispetto alla necessità dei ragazzi di trascorrere del tempo libero, altrettanto importante e stimolante per il loro sviluppo.
A Varese il padre di un alunno di terza media ha scritto una lettera agli insegnanti per giustificare il figlio: "Gli ho proibito di fare i compiti" afferma con fermezza il genitore.
Inoltre, c’è da dire che molti bambini sono insofferenti allo studio a casa e i compiti diventano spesso motivo di liti e fonte di esasperazione all’interno delle mura domestiche, per questo diventano “scomodi” sia per gli studenti che per i genitori.
Nonostante siano difficili da gestire, però, è doveroso evidenziare che i compiti a casa sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo.
Oltre che a consolidare gli apprendimenti e le nozioni spiegate in classe dall’insegnante, infatti, essi aiutano a confrontarsi con la dimensione del dovere e a sviluppare sempre una maggiore autonomia e indipendenza mettendosi alla prova e imparando a conoscere se stessi, a reagire alla frustrazione e a perseguire l’obiettivo.
Oltre che a consolidare gli apprendimenti e le nozioni spiegate in classe dall’insegnante, infatti, essi aiutano a confrontarsi con la dimensione del dovere e a sviluppare sempre una maggiore autonomia e indipendenza mettendosi alla prova e imparando a conoscere se stessi, a reagire alla frustrazione e a perseguire l’obiettivo.
Per questo è basilare far comprendere ai propri figli quanto sia importante affrontare i compiti nel modo giusto, in maniera responsabile e matura, e non viverli unicamente come un obbligo e una rinuncia al gioco.
Come si può far passare loro questo messaggio e rendere il momento dei compiti più sereno e meno stressante per tutta la famiglia?
:. In primo luogo, è importante predisporre un’atmosfera rilassata e organizzare uno spazio dedicato allo svolgimento dei compiti libero da distrazioni; da evitare quindi tv accesa, giochi o oggetti diversi da quaderno, libro e penna/matita.
:. E’ bene inoltre stabilire fin da subito un tempo dedicato ai compiti, al quale potrà seguire un’ora libera di svago come ricompensa finale.
Potrebbe essere utile concordare delle piccole pause durante lo studio per permettere al bambino di “ricaricarsi”, ad esempio facendo merenda, parlando di altro o semplicemente facendo un disegno, cercando però di ottenere che, una volta iniziati i compiti, questi vengano completati il più rapidamente possibile e senza rinvii.
:. Si potrebbe creare insieme al bambino un calendario settimanale delle sue attività pomeridiane facendo ricorso ad un qualsiasi software che permetta di utilizzare tabelle e successivamente appenderlo in cameretta con la finalità di stabilire delle regole e creare delle routine produttive.
:. Altro punto importante è la presenza di un adulto mentre il bambino fa i compiti. Essa è sicuramente funzionale ma deve essere gestita in maniera utile e con la giusta distanza: il bambino deve sapere che quando incontrerà una difficoltà avrà la possibilità di essere aiutato e sostenuto da questa figura, ma deve allo stesso tempo sviluppare autonomia, per cui una presenza costante dell’adulto potrebbe essere controproducente.
Sostanzialmente, il genitore o chi aiuta il bambino nei compiti dovrebbe dare fiducia ed evidenziare i risultati positivi; quando nota un errore dovrebbe invitare il bambino a rileggere e capire cosa ha sbagliato e mai sostituirsi a lui.
All’inizio del percorso scolastico è bene controllare che il bambino faccia tutti i compiti e aiutarlo nella lettura e nella gestione del diario per poi lasciare spazio sempre a una maggiore autonomia diminuendo gradualmente questo controllo.
Può capitare, nonostante tutti gli sforzi, che il bambino si rifiuti di fare i compiti, mostrando un atteggiamento oppositivo o lamentoso. In questo caso è bene prestare molta attenzione e aprire un dialogo perché potrebbe manifestare in questo modo un suo disagio o delle difficoltà nell'apprendimento che se presenti devono essere subito individuate.
Potrebbe essere in questo caso utile confrontarsi con gli insegnanti per capire meglio il funzionamento scolastico e rivolgersi ad uno psicologo esperto nel campo.
In conclusione, l’ambiente familiare svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del successo scolastico del bambino: se i genitori gli trasmettono l'idea che ce la può fare a superare gli ostacoli, ad arrivare con i suoi tempi e le sue risorse all'obiettivo e lo accompagnano verso delle attribuzioni realistiche rispetto alla riuscita del compito (legata a fattori interni come l'impegno e non a fattori esterni come la fortuna), riusciranno ad alimentare la sua autostima e il suo senso di autoefficacia.
Inoltre, se lo stimoleranno adeguatamente a trovare una connessione tra la scuola e la quotidianità, accresceranno la sua motivazione allo studio e alla conoscenza; i compiti non saranno più l'incubo di tutti i pomeriggi ma un momento di costruzione, condivisione e, perché no, anche di gioco!
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