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    Congratulazioni: è un vichingo!

    Il pupo biondo spopola a Manhattan e la comunità scientifica insorge. Con lo slogan "Congratulazioni! E’ un vichingo", una società danese offre agli americani sperma di giovani, aitanti (e biondissimi) donatori scandinavi, promettendo bambini belli, sani e ovviamente biondi e con gli occhi azzurri. La Scandinavian Cryobank, questo il nome della banca del seme, promuove a New York il proprio gruppo di donatori selezionati, offrendo sperma dei discendenti dei conquistatori dei mari del Nord. "Meglio preparare una culla robusta", propone una pubblicità, sotto la foto di un bambino biondo e sorridente.

    Il lavoro della società "nordica", ha attratto l’attenzione dei media newyorchesi, in un momento nel quale anche negli Usa il dibattito sulla procreazione artificiale è intenso. Le autorità federali sembrano spesso avere difficoltà a tenere il passo delle innovazioni nel settore, per imporre le linee d’azione da seguire.

    La banca del seme danese afferma di essere perfettamente in regola con gli standard americani e per questo negli Usa propone soltanto 50 dei suoi oltre 200 donatori abituali, dopo aver scelto quelli che sul piano della salute e delle caratteristiche genetiche rispondono meglio ai parametri statunitensi. Il risultato è un crescente successo tra mamme spesso single alla ricerca di un’inseminazione su misura. Le stesse che si rivolgono ad altre società che mettono annunci a pagamento sulle riviste delle prestigiose università dell’Ivy League, alla ricerca di sperma degli studenti con i voti più alti.

    "Non credo ci sia un problema etico in quello che facciamo", ha detto Claus Rodgaard, il responsabile della società danese a New York, in un’intervista a Newsday. "Non è poi molto diverso – ha spiegato – dall’innamorarsi. Ci sono migliaia di donatori nel mondo e scegliere quello giusto è un po’ simile alla selezione naturale. La gente fa shopping in giro ed esamina liste di donatori, per cercare qualcuno che gli piaccia. E’ davvero come nella vita reale, riflette ciò che siamo come umani".

    L’esempio concreto delle parole di Rodgaard è Alexandra Stokholm, una scrittrice newyorchese di 40 anni rimasta single e alla ricerca di una gravidanza. Dopo aver fatto un po’ di ricerche su Google, si è imbattuta nel sito dei bambini vichinghi (www.scandinaviancryobank.com). Figlia di immigrati norvegesi e danesi, la bionda signora Stokholm ha pensato che quella del donatore vichingo fosse l’opzione ideale e ha scelto un giovane danese. Adesso è nata sua figlia, una bambina che sembra uscita dai poster dell’ufficio di Rodgaard, tutti dedicati a neonati biondi e sorridenti.

    Ma nella comunità scientifica americana sono in molti a interrogarsi sul trend dei bambini vichinghi. "Un conto è scegliere sperma danese perchè quelle sono le tue origini familiari – afferma per esempio Daniel Kenigsberg, direttore di una società di inseminazione artificiale – ma se le caratteristiche della famiglia sono diverse, c’è qualcosa di agghiacciante in questo tentativo di avere figli diversi".

    "E cosa accade – ha aggiunto, su Newsday, il direttore della bioetica alla Columbia University, Robert Klitzman – se il bambino non diventa un piccolo vichingo? Si rischia di vedere il bambino come un prodotto, è una realtà preoccupante, psicologicamente pesante anche per il piccolo. E poi, dove ci fermiamo?".

    Articolo tratto da http://www.repubblica.it

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