Una famosa pubblicità negli anni '80 diceva che il posto più comodo dove mettere il naso sono dei fazzoletti profumati. Nessuno però si è mai chiesto perché proprio quelli e perché quel profumo: solo una fortunata operazione di marketing?
Gli scienziati del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, sono riusciti a spiegare i perché del nostro naso tracciando la prima mappa degli odori. Secondo gli studiosi, servirà a rappresentare con precisione la sequenza e la "distanza" fra i vari aromi, come in una scala di note musicali. Contraddicendo quindi la comune teoria secondo la quale l'olfatto sarebbe solo un'esperienza soggettiva.
"L'olfatto è da sempre uno dei sensi meno conosciuti e studiati", commenta il professor Stefano Cappa, neurologo e Preside della Facoltà di Psicologia dell'Università "Vita e salute" del San Raffaele di Milano, "sopratutto perché nell'uomo, rispetto agli altri animali, è meno sviluppato. Questa mappa permetterà di compiere importanti passi avanti, raggruppando odori di matrice similare, come si fa ad esempio di fronte ad una serie di colori".
Stando alla mappa il complesso labirinto di puzzi, profumi, aromi dolciastri ed effluvi irresistibili sarebbe regolato da leggi universali e potrebbe dunque essere studiato, "scritto" e "imparato" proprio come i musicisti fanno con gli spartiti. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica "Nature Methods", contribuirà a capire meglio le basi che regolano il nostro olfatto, permettendo di digitalizzare gli odori e persino trasferirli via computer. Già due anni fa la scienza aveva fatto la stessa cosa tracciando la mappa del palato e stigmatizzando l'esistenza di sole quattro categorie di gusto percepibili con la lingua.
L'odore è invece causato da molecole odoranti dissolte nell'aria ed è quindi un "senso chimico", in quanto utilizza, come informatori, delle sostanze chimiche. La gamma degli odori deriva dalle varie tipologie di residui organici che in natura vengono emanate e vengono poi recepite dal naso.
Le molecole di profumo sono però le più difficili da "ingabbiare", cosa che finora ha impedito di studiarne a fondo le relazioni fisiche. Per creare la mappa, gli studiosi hanno cominciato analizzando 250 odori diversi e stilando, per ognuno, una lista di circa 1600 caratteristiche chimiche. "Un'operazione estremamente complessa – conclude Cappa – che rende questa scoperta ancora più straordinaria. Lo studio dei colleghi israeliani ha catalogato e analizzato una quantità di dati sorprendente". Partendo da questo mega database, i ricercatori Rafi Haddad e David Harel hanno creato una mappa degli odori multidimensionale, che ha mostrato con chiarezza la distanza tra una molecola di profumo e l'altra.
Gli scienziati hanno poi verificato se il cervello riconosceva la mappa, proprio come accade con le note musicali. Il confronto successivo è stata la rilettura di altri studi, già pubblicati, che misuravano gli insiemi di risposta dei neuroni ai vari aromi, a seguito di una serie di sperimentazioni su una vasta gamma di animali di laboratorio, dai moscerini ai topi. In tutte le specie, più vicini si trovavano gli odori sulla mappa, più era simile la risposta cerebrale degli animali. In pratica, se due aromi sono "strutturalmente" vicini, il cervello lo percepisce e reagisce in modo simile. Il profumo dove mettere il naso, dunque, non lo creano né gli esperti di marketing né il nostro arbitrio: esiste già.
Articolo di Sara Ficocelli, tratto da: http://www.repubblica.it/