La profonda tristezza molto spesso 'spegne' la rabbia, ma anche l'attitudine al rischio e la voglia di fare, così come le emozioni e i ricordi. Lo mette in luce un nuovo studio, condotto utilizzando la risonanza magnetica, dal team di Jianfeng Feng dell'University of Warwick (Gb) e pubblicato su 'Molecular Psychiatry'. Il team ha scoperto che la depressione sembra letteralmente 'sganciare' i circuiti dell'odio presenti nel cervello. Rendendo incapaci di detestare qualcuno.
I ricercatori hanno scannerizzato il cervello di 39 depressi (23 femmine e 16 maschi) e 37 soggetti di controllo che non soffrivano di depressione (14 femmine e 23 maschi). Scoprendo così differenze significative nella loro mente. La differenza maggiore, spiegano, riguarda appunto i circuiti dell'odio, che coinvolgono il giro frontale superiore, l'insula e il putamen. Ma altre notevoli alterazioni, tra depressi e non, sono emerse nei circuiti legati al rischio e all'azione, alla ricompensa, alle emozioni e all'attenzione. Come pure all'elaborazione dei ricordi. Il circuito dell'odio fu scoperto nel 2008, 'fotografando' le reazioni cerebrali di un gruppo di persone, cui venivano mostrate delle immagini di soggetti odiati.
Ora il team britannico ha scoperto che "in un numero molto significativo" di depressi il circuito dell'odio è come disattivato. In particolare, questo è probabile nel 92% dei pazienti. Sempre nel 92% il circuito del rischio risulta 'scollegato', e nell'82% lo stesso accade a quello che 'governa' emozioni e ricompensa. "I risultati sono chiari – commenta Feng – anche se a prima vista sconcertanti. Non ci sono ovvie indicazioni che i depressi siano meno propensi all'odio. Una delle possibili" spiegazioni "è nel fatto che lo 'scollegamento' dei circuiti dell'odio può essere associato a un'alterata abilità nel controllare e apprendere da situazioni sociali, eventi che – conclude lo studioso – possono suscitare sentimenti di odio verso se stessi o gli altri".
Fonte: http://it.notizie.yahoo.com/
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