Mamme e lavoratrici. Una lotta quotidiana a caccia dell'equilibrio perduto, riconquistato. In bilico perenne per bilanciare affetti e carriera, realizzazione personale e sensi di colpa atavici, figli, capo e compagni di vita. A raccontare un equilibrio possibile, raggiunto quotidianamente con fatica e fantasia dal 61% delle intervistate, è un sondaggio del mensile Psycologies. Un'indagine che racconta il nuovo rapporto delle donne con lavoro. Vissuto come libera scelta, in nome di una realizzazione personale a tutto campo che vede, ed è la prima volta, il supporto, la condivisione, la complicità del 75 % dei mariti d'accordo sull'attività della moglie. Anche se per le donne lavoratrici i sensi di colpa restano quotidiani anche perché i figli sembrano riottosi a lasciarle andare fuori: solo il 35 % appoggia la loro voglia di lavorare. Di tutto questo parlano oggi all'Università Cattolica di Milano psicologi e imprenditrici in occasione del convegno sull'Equilibrio tra lavoro e famiglia.
Il sondaggio – Sono state intervistate 1908 donne. Il 46% è impiegata, il 20% libera professionista. Il 44% con un contratto full time a tempo indeterminato, il 19% indeterminato part time, il 14% tempo indeterminato, il 24% atipico (collaborazione, partita Iva).
Perché lavorano – Oggi le donne lavorano sempre di più per scelta (59%), non per necessità. L'occupazione rappresenta un piacere in più della metà dei casi (54%), è un'occasione di gratificazione personale (46%). Significa soddisfazione per il 56 % delle intervistate mentre è vissuto come necessità dal 44%.
Identità e gratificazione – Il lavoro è visto come un vero e proprio segno di identità tanto che viene scelto dalla donna spinta dal desiderio di autonomia e indipendenza (78%), per dimostrare qualcosa a se stessa (10%) ed è vissuto come un'occasione di gratificazione personale, come un piacere dal 54% delle intervistate. Il tratto distintivo del lavoro è nel 48% dei casi il fatto di avere un'attività interessante e o utile, vedere riconosciuti i propri meriti nel 35% dei casi.
Lavoro e famiglia – Solo il 40 % delle donne che hanno risposto al sondaggio smetterebbe di lavorare se potesse. E lo farebbe più per sé che per la famiglia. Nel 53% dei casi infatti, rinuncerebbe alla propria occupazione per dedicare più tempo a marito e figli, ma nel 56% per dedicare più tempo a se stessa.
Casalinga e solitudine – Tra i motivi che portano le donne a non voler lasciare il lavoro l'idea che così perderebbero un'occasione di realizazzione personale 52%, la mancanza di stimoli culturali 24%, la mancanza di contatti col mondo esterno 37%. Insomma, poca voglia di diventare "desperate housewiwes".
Compagni e figli – La scelta di lavoro è condivisa dal 74% dei partner mentre il consenso crolla quando si parla di figli. I ragazzi contenti di avere una mamma che lavora sono solo il 36%, convinti nel 29% dei casi che lei vada in ufficio soprattutto per necessità e non per soddisfazione 28%. Più realisti e consapevoli di cosa pensa la donna, sono i partners. Il 42% è persuaso che il lavoro per la moglie sia soddisfazione, necessità per il 40. Per le donne infatti la situazione è più netta: il 56% vive il proprio mestiere come soddisfazione e solo il 44 % come una necessità.
Fonte: http://www.repubblica.it/