Col passare delle settimane lo stato di isolamento del ragazzino, che frequenta la seconda media, è peggiorato (restava online fino a 12 ore al giorno) e i genitori hanno deciso di rivolgersi a uno specialista. Quando hanno sentito la diagnosi sono rimasti a bocca aperta.
«Leggiamo e ci informiamo ogni giorno ma non avevamo mai sentito parlare della Iad (Internet addiction disorder). Si tratta, ci è stato spiegato, di una forma di dipendenza da internet (anche compulsiva), che può assumere i contorni di una vera e propria malattia mentale, che si manifesta con aggressività, isolamento e depressione. E, almeno i primi due sintomi, li aveva anche nostro figlio».
La giovane coppia della Bassa Atesina ha imparato anche il significato di “droga games”, una sorta di dipendenza da videogiochi, che – secondo l'esperto – in questo caso avrebbe fatto da traino per la Iad. «Ci è stato consigliato di far trascorrere a nostro figlio 8 settimane in una clinica per ragazzi, nei boschi tra Olanda e Germania, lontano da tecnologia, videogiochi e cellulari.
L'obiettivo è quello di consentire ai teenager di riavvicinarsi a internet nel modo corretto. Io e mia moglie abbiamo deciso di parlarne solo perchè siamo convinti che altri genitori si trovino nella stessa situazione».
Abbiamo trattato l’argomento con la dottoressa Silvia Mulargia, direttore tecnico capo e psicologa della Polizia di Stato.
Qual è l'età indicata per un bambino per iniziare a navigare in rete? «A partire dai 6 anni, sempre alla presenza dei genitori, non più di 30 minuti al giorno e soprattutto non tutti i giorni. I bambini vanno tenuti lontano soprattutto dai social network».
Secondo le statistiche gli adolescenti trascorrono in media da 2 a 4 ore al giorno in rete. Sono troppe o va bene? «Internet è uno strumento che consente di esplorare e approfondire i nostri interessi personali e ci aiuta a gestire i contatti con gli amici in modo semplice ma un uso eccessivo della rete può portare alla dipendenza (la Iad)».
Quali sono i sintomi? «Scarso rendimento a scuola o nello sport, problemi legati alla sfera alimentare, aumento della stanchezza ma anche dell'aggressività di fronte al divieto di usare il computer».
La parola più gettonata in rete è "sex" (sesso). E non ci sono filtri. Che consigli può dare ai genitori più apprensivi? «I bambini oggi, benchè cognitivamente preparati in informatica, da un punto di vista emotivo e relazionale sono decisamente vulnerabili. Può succedere che il semplice navigare, alla ricerca di un artista famoso o del cartone animato preferito, porti a foto o filmati pornografici.
Pertanto è fondamentale che i genitori dialoghino in modo aperto, informale e costruttivo su temi che toccano la sfera della sessualità e dell'affettività in generale».