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    Diregolazione affettiva possibile causa di ludopatia

    Potrebbe esistere una correlazione tra le carenze nella sfera affettiva e lo sviluppo di ludopatia. A dimostrare sperimentalmente questa tesi una ricerca effettuata su 32 soggetti colpiti da gioco d'azzardo patologico (29 maschi, 90,6%; 3 femmine, 9,4%), che hanno preso parte al programma Orthos, un programma di psicoterapia di gruppo intensiva in ambito residenziale della durata di tre settimane seguito da terapia di gruppo per il successivo anno. Il programma, che si svolge nei pressi di Siena, con la direzione scientifica di Riccardo Zerbetto, psichiatra e psicoterapeuta didatta, è stato finanziato dalla Regione Toscana. L'elaborazione statistica sui dati emersi è stata condotta da Vincenzo Caretti, ordinario di Psicologia dell'Università di Palermo e da Adriano Schimmenti. I risultati della ricerca sono in corso di pubblicazione su un testo riguardante La ricerca scientifica nel campo delle dipendenze a cura di V. Caretti edito da Cortina Ed.

    IL CAMPIONE – I soggetti di questo gruppo hanno un'età media di 47,38 anni e si presentano assai eterogenei rispetto a diverse variabili di natura sociodemografica e clinica. La maggior parte dei soggetti risulta coniugata, ma è elevata anche la percentuale dei soggetti separati, divorziati o privi di partner. La tipologia di gioco d'azzardo più comune è quella da scommesse, con ben il 43,75% dei casi; elevata anche la prevalenza della dipendenza da slot-machine (15,6%). Tuttavia, nel campione si osservano diversi "oggetti" su cui si orienta il GAP (casino, giochi di carte, lotto). In forte aumento la patologia da Gratta e vinci.
    Undici soggetti (34,4%) mostrano anche altre diagnosi psichiatriche in comorbidità, con un'elevata prevalenza della depressione, che riguarda ben 7 di loro (63,6% degli 11 soggetti con comorbidità psichiatrica). Le altre diagnosi in comorbidità osservate sono: disturbo d'ansia, dipendenza da alcol, disturbo borderline di personalità e sindrome di Parkinson. Questi soggetti ricevono anche un trattamento farmacologico per i loro disturbi.
    Dall'esame delle statistiche emerge che il campione è rappresentato da soggetti gravemente affetti da gioco compulsivo. Anche l'impulsività è molto elevata. L'impulsività, a sua volta correla a livello di trend con l'alessitimia, segnalando come il tratto impulsivo sia probabilmente connesso ad inadeguati meccanismi di elaborazione intrapsichica e comunicazione intersoggettiva delle emozioni, nonché di un loro insufficiente utilizzo come guida per il comportamento. Elevato, ancora il livello di "dissociazione"; essa può essere intesa nel senso di sistema o unità mentale non integrata alla coscienza, di alterazione della coscienza che comporta una disconnessione dal Sé o dalla realtà esterna e di meccanismo di difesa. I sintomi psichiatrici della dissociazione inoltre presentano diverse sfumature (anche di gravità) che vanno da forme abbastanza comuni di assorbimento immaginativo a manifestazioni eclatanti di processi di "compartimentalizzazione" del Sé, come quelli che caratterizzano i disturbi dissociativi di identità.

    L'ALESSITIMIA – In sintesi, dunque, quando è presente l'alessitimia (sindrome che letteralmente significa: difficoltà di esprimere le emozioni), cioè un elevato grado di disregolazione affettiva caratterizzato da forti difficoltà nell'identificare e comunicare le proprie emozioni ed un pensiero prevalentemente operatorio, orientato all'esterno, allora è proprio la presenza di una elevata sintomatologia dissociativa che spiega la severità del gambling compulsivo mentre, quando si è in assenza di condizioni alessitimiche, la sintomatologia dissociativa sembra assumere un ruolo di secondo piano.
    Possiamo quindi ipotizzare che, quando non sono in grado di autoregolare i propri affetti e di utilizzarli adeguatamente nei contesti interpersonali, i soggetti GAP ricorrano al comportamento dipendente, e che questa condotta sia essa stessa in qualche modo un sintomo dissociativo volto a modulare gli stati affettivi ed allontanare emozioni non elaborabili, avvertite come traumatiche e sopraffacenti.

    L'INTERVENTO TERAPEUTICO – Un elemento fondamentale dell'intervento terapeutico consiste quindi in un lavoro profondo di psicoterapia che possa ricostruire le dinamiche relazionali dell'infanzia e che consenta di prendere coscienza di come alcuni aspetti disfunzionali possano compromettere la possibilità di costruire relazioni affettive profonde e durature nella dimensione adulta del soggetto.

    Articolo tratto da: http://www.giocoegiochi.com/

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