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    Due dollari l’anno, e nei paesi poveri sconfiggiamo le malattie mentali

    Basterebbero due dollari l'anno a persona per le le cure di base della salute mentale nei paesi in via di sviluppo. Tre/quattro dollari a persona nei paesi di medio reddito. Quasi nulla rispetto ai finanziamenti che servono per altre patologie. E' la stima che la prestigiosa rivista scientifica Lancet fa, insieme all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per rilanciare la questione della Salute mentale a livello globale. Questi pochi dollari basterebbero, secondo l'Oms, per i trattamenti primari di base nel'80 per cento dei più gravi disordini mentali e il 25-33% di quelli meno gravi.

    Lancet lancia un forte richiamo alle istituzioni mondiali (Oms, Banca nondiale, Paesi donatori, alla Fondazione Gates e altre) sulla salute mentale "dimenticata". Una chiamata all'azione per arrivare ad un summit globale nel 2009.
    "Ogni anno più del 30% della popolazione mondiale soffre di qualche forma di disordine mentale, e due terzi di questi non riceve alcun trattamento o le cure sono inadeguate, persino nei paesi che hanno maggiori risorse economiche", segnalano gli esperti riuniti nel Lancet Global Mental Health Group.

    Con sei pamphlet redatti da famosi esperti e la collaborazione dell'Institute of Psychiatry del King's Colllege di Londra e della London School of Hygiene and Tropical Medicine, il direttore del Lancet Richard Horton, può affermare che "nonostante la grande attenzione che i paesi occidentali si dedica alle opere della mente, alla filosofia come le arti, i disturbi mentali rimangono non solo dimenticati ma anche, nel profondo, stigmatizzati nelle nostre società". Dunque una chiamata all'azione, "call for action", ripresa dall'Oms che sottolinea la mancanza di trattamenti e cure nel Terzo mondo: gran parte dei paesi africani e del SudEst asiatico spendono meno dell'1% del budget, già scarno, dedicato alla salute, per il settore dei disturbi mentali. E negli stessi paesi la media di psichiatri o infermieri specializzati è 200 volte meno che nei paesi più ricchi.

    Vari i temi affrontati dagli specialisti chiamati nei sei gruppi dal Lancet: Martin Prince, psichiatra al King's College di Londra affronta l'alto tasso di disordini neuropsichiatrici nel mondo (14%) e l'intreccio con altre patologie, spesso sottovalutato. Scarsità di risorse, inefficienza dei servizi sanitari, stigma, emergenza dei paesi in via di sviluppo sono i temi che sviluppano, in vario modo, i gruppi di Shekhar Saxena dell'Oms, di Vikram Patel (London School of Hygene and Tropical Medicine), K. S. Jacob, (Christina Medical College di Vallore, India). Così anche Benedetto Saraceno, direttore del Dipartimento Salute Mentale dell'Oms, sottolinea come "l'attuale situazione significa che le persone con problemi e malattie mentali sono al meglio ignorate o, al peggio, attivamente discriminate in molti paesi. Possiamo solo migliorare e implementare i servizi per questo genere di malattie e disordini solo se riusciamo ad ottenere rapidamente maggiori investimenti su questo settore".

    Infne, Greg Miller, della rivista Science segnala, la responsabilità dei media anche nell'affrontare i fatti di cronaca legati ai malati mentali: "I masss media hanno una grande influenza sugli atteggiameneti della gente in relazione alla salute emntale. Purtroppo il messaggio che spesso arriva rinforza stereotipi negativi sui malati di mente: sono strani, imprevedibili e probabilmennte pericolosi. Occorrono allorea sforzi congiunti di professionisti dei media e di psicologi e psichiatri"

    Fonte: http://www.repubblica.it

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