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    E’ morto a Roma Aldo Carotenuto

    Si è spento la scorsa notte al Policlinico Agostino Gemelli di Roma il professor Aldo Carotenuto, psicanalista junghiano di fama internazionale e docente di Psicologia della personalità all'Università di Roma. Lavorava come analista a Roma. Era nato a Napoli nel 1933, aveva studiato a Roma e a Torino, aveva vissuto a lungo negli Stati Uniti, dove aveva frequentato la scuola di Psicologia Sperimentale presso la New School for Social Research di New York.

    Membro della American Psychological Association e presidente della Associazione di Psicologia e Letteratura, Carotenuto era direttore del Giornale storico di psicologia dinamica e redattore della Rivista di psicologia analitica. Faceva inoltre parte del comitato scientifico della rivista Prometeo e dirigeva con alcuni allievi i Quaderni della cattedra di Psicologia della personalità.

    La sua vastissima produzione scientifica include articoli e libri, alcuni dei quali di importanza fondamentale per la psicologia della personalità, la terapia psicologica e la storia della psicologia. Ha inoltre diretto e curato la pubblicazione del Trattato di psicologia analitica edito in due volumi dalla casa editrice Utet nel 1992. Fra le pubblicazioni più recenti, Il tempo delle emozioni (Bompiani), L'ombra del dubbio (Bompiani), Freud il perturbante (Bompiani).

    La sua produzione, vastissima, testimonia di una ricerca che si concentra attorno alle tematiche della clinica psicoanalitica e dei rapporti tra psicoanalisi e letteratura. Particolare attenzione ha dedicato, per ciò che concerne la prassi psicoanalitica, al problema dell'amore di transfert. Come evidenziano molti testi compresi fra il 1980 e il 1988, Carotenuto aveva affrontato la questione dei rapporti tra analista e paziente, sottolineando l'inautenticità del concetto di "neutralità".

    La materia stessa che è fonte e oggetto di lavoro psicoanalitico, cioè la storia intima del paziente – affermava – rende l'analisi per eccellenza il luogo di Eros e Thanatos. Solo la consapevolezza della forza degli affetti che circolano all'interno della coppia analitica, rende l'analista capace di fronteggiare le sofferte richieste del paziente, laddove invece la negazione del coinvolgimento rende l'analista cieco e vulnerabile.

    La ricerca che investe i rapporti tra psicoanalisi e letteratura è testimoniata da una ricca produzione, un itinerario di ritratti e di voci di artisti osservati alla luce della loro vita interiore. Carotenuto ha analizzato, tra l'altro, l'opera di Pasolini, di Kafka, di Dostoevskij, di Bousquet, di Shakespeare, di poeti e pittori, sorretto dalla tesi secondo la quale la sofferenza psicologica non basta a spiegare l'opera d'arte, ma genera un destino che della ricerca artistica fa la sua ragion d'essere.

    L'interesse per i grandi protagonisti della storia letteraria suffraga la tesi portante dell'intera produzione e ricerca di Carotenuto: il primato e l'importanza assoluta della creatività per l'essere umano. L'arte, così come la psicoanalisi, è un percorso di liberazione delle energie creative individuali, imprigionate e bloccate da un'educazione rigida e errata o da gravi blocchi nevrotici. Tuttavia i complessi non testimoniano solo del blocco delle energie creative, ma anche delle strade che la psiche persegue per liberarsi, per trasformare il dolore in strumento di riscatto e di creatività.

    Articolo tratto dal sito: La Repubblica (14/02/2005) 

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