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    Fumo: stress da carriera

    Ormai acrobate tuttofare, schiacciate tra obblighi professionali e doveri casalinghi, le donne italiane fumano per stress da carriera: le connazionali col 'vizio' sono in media il 21% delle 14-64enni, e la percentuale sale al 29% fra le laureate e raddoppia al 38% tra i 'ceti up' (imprenditrici, dirigenti e professioniste).

    Ma oltre all'effetto-relax, a spingere il gentil sesso verso pacchetto e accendino c'è anche un effetto-contagio: solo il 19% delle italiane vive in ambienti sociali dove nessuna 'lei' fuma, e "più frequentano altre donne fumatrici, più le donne della Penisola fumano". Parola del sociologo Enrico Finzi, presidente dell'istituto di ricerche Astra, e autore di una maxi-indagine sul tabagismo in rosa. Il ritratto è stato presentato oggi a Milano in occasione del lancio della campagna 'No smoking be happy' della Fondazione Umberto Veronesi (sito www.nosmokingbehappy.it).

    A sorpresa, emerge inoltre che il 76% delle fumatrici del Belpaese 'arriccia il naso' pensando al sapore e all'odore del fumo. Solo il 24% delle tabagiste, infatti, dice di fumare per "plus organolettici" quali appunto l'aroma (17%) e il profumo (8%) di 'bionda'. La ricerca ha coinvolto un campione di 732 donne fra i 14 e i 64 anni, rappresentativo di 19,6 milioni di italiane. Di queste, 4,4 milioni risultano fumatrici ("ma potrebbero essere anche 4,6 milioni" calcolando un margine di bugie, stima Finzi), con punte record tra le 45-54enni (26%) e ancor più fra le 25-34enni (28%) e le single (30%), nel Lazio e nelle grandi città. In media consumano quasi 12 sigarette al giorno, ma il 40% 'brucia' da mezzo pacchetto a uno e il 60% da 20 a 60 sigarette al dì.

    A riprova dell'effetto-contagio, l'indagine rileva che il 25% delle donne convive con fumatrici, dato che arriva al 30% per le 25-34enni e sfiora il 40% tra le 14-24enni. Sul totale intervistate, una su 6 dice di essere riuscita a smettere. Una fumatrice su 4 è convinta di riuscire a smettere "se solo lo volessi", e tuttavia una su 5 ci ha provato, fallendo. Il 54% delle fumatrici italiane assicura di conoscere perfettamente i rischi medici legati alla sigaretta, 'bollata' dall'Organizzazione mondiale della sanità come la prima causa di morte evitabile. Ma sprezzanti del pericolo, le tabagiste persistono. Perché? L'indagine Astra 'smaschera' in questo senso molti falsi miti. Non solo perché appena una su 4 dice di amare il sapore e l'odore del fumo; crolla anche l'idea che le donne fumino per i 'riti' legati al pacchetto (li cita soltanto il 36% del campione), per affermare la propria libertà (28%) o per essere favorite nei rapporti sociali (16%).

    Piuttosto, le 'bionde' piacciono alle donne perché fanno sentire bene (64%) e perché rilassano (56%). Il 36% ammette poi il gusto di "farlo in compagnia" e il 64% confessa il proprio disagio e un senso di vera schiavitù: "Fumo perché sono dipendente dalla nicotina". L'idea di smettere, quindi, si fa strada in molte. Alcune si sentono ' super-donne' e dichiarano di potersi disintossicare quando vogliono (900 mila tabagiste su 4,4 milioni) e da sole (11% delle risposte). Duecentomila assicurano di aver già deciso quando buttare per sempre posacenere e cerini, ma in generale prevale il buon senso: l'89% delle fumatrici si farebbe aiutare.

    Il 38% dai medici, e il 30% dai famigliari, con una preferenza per figli e nipoti (16%) piuttosto che per il partner (13%); seguono a distanza amici, colleghi e conoscenti (7%), centri antifumo e associazioni anticancro (7%), pubblicità sulla stampa (6%), stampa varia e dispense (3%). Quasi nullo, invece, il ruolo di Istituzioni, allenatori o preparatori atletici e farmacisti. Infine, il metodo ritenuto più efficace dalle donne per parlare alle donne è rappresentato dalle iniziative di informazione e di educazione (66%), seguite dal capitolo leggi antifumo, controlli e sanzioni (54%). In particolare, il 22% delle italiane è favorevole al raddoppio del prezzo delle sigarette per destinare metà dei ricavi alla ricerca e alla promozione di nuove campagne contro il 'vizio'.

    Fonte: http://www.adnkronos.com

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