Si appostano fuori delle discoteche, dei concerti, delle sagre più divertenti. Ma non sono le pattuglie delle forze dell’ordine, pronte a pizzicare chi beve troppo e poi si mette al volante. Sono i componenti dell’Unità mobile interattiva della comunità terapeutica “Un’occasione” (consorzio Tassano). Psicologi e specialisti dell’Asl 4, armati di voglia di stare in mezzo ai giovani dai 13 ai 30 e passa anni, per spiegar loro quali sono i pericoli delle dipendenze. Che siano da alcol, sigarette o droga. E il “tour” estivo partito sabato sera dalla Sagra della Ciliegia di Carasco avrà anche un obiettivo specifico: comprendere quanto diffusa sia la dipendenza da gioco d’azzardo fra i giovani. Visto che negli ultimi tempi sono aumentate le segnalazioni.
«I ragazzi con cui parliamo ci dicono che cresce, fra di loro, il numero di chi passa il tempo con le slot machine o le scommesse – spiega Simona Celle, psicologa e coordinatrice dell’Unità mobile – Da due anni anche il Sert ha registrato un incremento di casi, soprattutto fra i trentenni e le anziane. Ma tutte queste segnalazioni che fanno riferimento a ragazzi ben più giovani, ci hanno spinto a indirizzare la nostra attività di ricerca in questo senso».
Dal 1997, l’Unità mobile interattiva gira per il territorio della Asl 4 con un camper attrezzato. All’interno del quale c’è tutto il necessario per cercare di avvicinare i teen-ager e i ventenni a un consumo intelligente di alcune sostanze. E tentare di allontanarli senza proclami né “sentenze di condanna” dalle altre. Proprio d’estate, quando il tempo per divertirsi è maggiore, il camper inizia il suo giro. «Saremo fuori delle discoteche a Sestri e a Lavagna – prosegue Simona Celle, che è anche operatrice del Nucleo operativo alcologico (Noa) del dipartimento per le dipendenze e per i comportamenti di abuso dell’Asl 4 – Ma anche al concerto dei Nomadi di Chiavari e a quello di Alex Britti a Rapallo. E a Santa con il Centro di aggregazione giovanile». Visto che quotidianamente l’Unità mobile sperimenta collaborazioni e progetti con altre associazioni ed enti.
«Ogni estate parlano con noi circa 3 mila ragazzi – sottolinea Simona Celle – Molti vengono per misurare i propri limiti: usano gli etilometri che abbiamo in dotazione, nelle discoteche anche duecento per sera. E il 90 per cento si rende conto di essere sopra il tetto di 0,5 grammi per litro posto dal codice stradale». I casi più seri vengono indirizzati, verso Sert e Noa: «E da quest’anno troveranno anche noi – prosegue – per rendere meno traumatico l’impatto con queste strutture. Molti però bevono solo per sentirsi parte del gruppo. Alcuni fanno finta di essere ubriachi, addirittura, perché va di moda». E le droghe pesanti? «Tra i giovanissimi va di più l’hashish – ammette la Celle – Ma non mancano i casi di ragazzini che fumano eroina o cocaina. Perché con l’arrivo di queste sostanze in forma da fumare, molti sono meno intimoriti. Tanti ci dicono “se si fuma non è droga”». Come li si convince, senza passare per bacchettoni e finendo con l’essere ignorati? «Li coinvolgiamo nelle nostre attività – conclude la psicologa – Mostrando loro che ci si può divertire in altri modi. Alla fine sono loro che intervistano i coetanei».
Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/