Alcuni aspetti fondamentali del linguaggio umano, quelli più astratti, sarebbero innati e non necessiterebbero dell'esposizione a un linguaggio esterno.
Tuttavia, determinare i ruoli specifici della capacità e dell'esperienza è molto difficile, visto che questi due fattori non possono essere separati sperimentalmente.
Marie Coppola ed Elissa Newport del dipartimento di scienze cognitive dell'Università di Rochester hanno sfruttato un caso naturale di privazione del linguaggio per esaminare alcuni aspetti inerenti alla struttura del linguaggio, in particolare il concetto del soggetto grammaticale.
Le ricercatrici hanno studiato il sistema di gesti idiosincratici – chiamato "home sign" – di tre adulti del Nicaragua che erano cresciuti quasi privi di educazione formale e senza l'esposizione a una comunicazione strutturata, parlata o scritta che fosse.
I tre adulti hanno osservato brevi segmenti video e hanno poi descritto quello che avevano visto per mezzo dell'home sign.
In quasi tutti i casi, gli individui hanno identificato in maniera appropriata un soggetto come tale, anche in situazioni molto diverse fra loro (per esempio di fronte a soggetti inanimati, a persone che sperimentavano uno stato emotivo oppure che eseguivano un'azione).
Marie Coppola, Elissa L. Newport, "Grammatical 'Subjects' in 'Home Sign': Abstract linguistic structure in adult primary gesture systems without linguistic input". Proceedings of the National Academy of Sciences (2005).
Articolo tratto da: http://www.lescienze.it