Spesso capita di incontrare, nel dopo parto, neogenitori molto confusi e disorientati, immersi tra i consigli opposti di esperti, nonni, parenti… Diventare genitori infatti porta con sé una serie di interrogativi “ma starò facendo bene? Il mio bimbo sta crescendo bene? Come posso rispondere correttamente ai suoi bisogni?” ed è proprio qui che l’intervento di Home Visiting entra in gioco rivestendo un ruolo cruciale nel supporto alla genitorialità.
Lo psicologo che interviene a domicilio può infatti aiutare i genitori ad acquisire conoscenze e strumenti per rapportarsi in modo più efficace con il proprio figlio intercettando e riconoscendo gli eventuali campanelli d’allarme.
La finalità principale dei programmi di Home Visiting è quella preventiva, interviene tutelando lo sviluppo emotivo del bambino e supportando la mamma nel relazionarsi e nel far fronte al periodo del post-partum nell’ambiente familiare, in casa, per sostenerla nella vita quotidiana e nella relazione con il proprio figlio o la propria figlia.
Lo psicologo si trova quindi in un setting clinico diverso dal consueto. Dovrà lavorare alla costruzione del proprio setting tenendo a mente tutto ciò che starà osservando, che starà avvenendo e nel quale direttamente si troverà ad avvicinarsi.
Nel dettaglio, un intervento di home visiting prevede:
- L’aiuto pratico ai genitori nella lettura dei segnali del neonato
- Il supporto emotivo
- Il supporto nella comprensione dei bisogni di tutta la famiglia.
Un buon intervento non dovrà dimenticare la promozione di una relazione sicura della triade madre-padre-bambino, l’offrire un supporto alla coppia genitoriale e, più in generale, all’intero nucleo famigliare.
Nel setting clinico, attivamente o più in osservazione, si incontrerà e ci si porrà l’obiettivo di fornire un sostegno alla famiglia affinchè vadano a potenziarsi le risorse già presenti in quel nucleo, qualora necessitino dell’attivazione di nuovi processi di assunzione delle responsabilità genitoriali all’interno di azioni quotidiane.
Riprendendo una celebre frase di Bowlby “Se una società si interessa ai propri bambini deve prendersi cura dei genitori” emerge come l’intervento domiciliare si struttura proprio in quest’ottica, prendendo per mano i neogenitori, sostenendoli, accompagnandoli, almeno nelle prime fasi, nel riconoscimento dei segnali del proprio bambino senza mai farli sentire giudicati.
L’incontro di HOME VISITING dello psicologo infatti dovrebbe rappresentare quello spazio personale e privato in cui lasciar andare paure, ansie, incertezze sentendosi capiti e sostenuti nelle proprie difficoltà con il neonato.
Uno psicologo che effettua un intervento di home visiting dovrà altresì:
- Astenersi dal giudizio
- Mai sostituirsi al genitore nella cura del neonato
- Creare un clima di fiducia con la famiglia, diventando, per quest’ultima, base sicura.
Come lo psicologo può/deve muoversi in casa del neo nucleo genitoriale?
I genitori possono essere inizialmente turbati dall’ingresso di un estraneo in casa loro, l’home visitor dovrà comportarsi come un ospite in casa dei genitori, entrando in punta di piedi in modo discreto e senza giudizio, dovrà chiedere il permesso per entrare in una stanza, per interagire con il loro figlio.
Uno psicologo perinatale può effettuare un intervento di home visiting per sostenere, accompagnare e potenziare la base sicura genitoriale nei momenti che vanno dal concepimento al primo anno di vita dei bambini.
Secondo le linee guida del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI 2017), l’attenzione per gli interventi dovrebbe concentrarsi entro i primi 1000 giorni di vita, periodo cruciale per la costruzione delle relazioni e dello sviluppo del sé.
Costruire una relazione di accudimento amorevole e supportiva farà sì che i bambini possano acquisire il bagaglio necessario per sviluppare al meglio le loro potenzialità.
Le recenti scoperte delle neuroscienze hanno infatti evidenziato come siano le esperienze precoci di attaccamento con le figure primarie di riferimento a dare forma all’architettura del cervello.
Sostenendo e rafforzando la percezione dei genitori delle loro competenze di cura e accudimento del figlio, sempre con un atteggiamento collaborativo, empatico e mai giudicante, si aiuteranno i neonati a sentirsi in una condizione di protezione e sicurezza, la giusta base per la costruzione di uno stile di attaccamento sicuro.
Articolo scritto dalla dott.ssa Martina Prette, Tutor nel Master Breve online in Psicologia Perinatale, organizzato da Obiettivo Psicologia.
Bibliografia
Tambelli, R., Volpi, B.,(2015). Family home visiting. Promuovere la salute mentale dei bambini e delle loro famiglie. Il Mulino