I brutti sogni potrebbero rappresentare il metodo con il quale il nostro cervello regola le emozioni negative, e gli incubi degli intoppi in questo processo benefico. Lo sostiene uno studio pubblicato dalla rivista specializzata Current Directions in Psychological Science.
I ricercatori della Yeshiva University di New York coordinati da Ross Levin e Tore Nielsen suggeriscono che la fase REM del sonno (quella nella quale la maggior parte dei sogni hanno luogo) avrebbe come funzione primaria la regolazione emozionale, positiva o negativa: nel caso il processo non vada a buon fine il cervello si sovraccarica emotivamente, il sogno diventa un incubo e ci si sveglia.
“La maggior parte dei sogni sono brutti, anzi il brutto sogno è il sogno-standard” spiega Levin. “Sembra che gli esseri umani abbiano incorporato un sistema per smaltire le emozioni negative, il che non ci sorprende perché la vigilanza è un vantaggio evolutivo che può significare sopravvivenza o morte: se non noti una minaccia, in Natura diventi cibo per qualcun altro”.
Quindi i sogni sarebbero una ‘formattazione di file’ di ricordi inquietanti o spaventosi per evitare che il sistema vada in sovraccarico, e persino gli incubi – che causando il risveglio del dormiente in teoria dovrebbero segnare un fallimento in questo processo, potrebbero avere una funzione positiva: “Gli incubi potrebbero servire a imprimere nella mente il senso di minaccia che in certe occasioni può salvarci la vita”, conclude Levin.
Fonte: Levin R, Nielsen T. Nightmares, Bad Dreams, and Emotion Dysregulation: A Review and New Neurocognitive Model of Dreaming. Current Directions in Psychological Science 2009; 18(2):84-88.
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