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    I geni alla base del riconoscimento dei visi

    L’abilità nel riconoscimento facciale è in gran parte determinata dai geni, secondo una nuova ricerca dello University College di Londra (UCL). La conclusione è venuta da uno studio ora pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, secondo cui i gemelli omozigoti hanno una correlazione doppia nei test di riconoscimento delle facce rispetto ai gemelli non identici.

    I ricercatori hanno anche trovato che gli effetti genetici alla base di questa capacità sono legati a uno specifico meccanismo nel cervello, non collegato ad altri processi come la capacità di riconoscere parole o l’arte astratta.

    "Il riconoscimento dei visi è una capacità su cui facciamo affidamento quotidianamente, ma che mostra una notevole variabilità individuale: i nostri risultati mostrano come alla base di tale variabilità vi siano le differenze genetiche", ha spiegato Brad Duchaine, dell'Institute of Cognitive Neuroscience dell'UCL e coautore dell'articolo.

    Nel corso dello studio sono state prese in considerazione 164 coppie di gemelli identici che com’è noto condividono il 100 per cento del genoma, e 125 coppie di gemelli dizigoti, che condividono in media il 50 per cento del DNA. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti al Cambridge Face Memory Test, una serie di prove in cui si misura l'abilità di riconoscere alcuni visi in diverse posizioni e differenti condizioni di illuminazione.

    Dal confronto dei risultati ottenuti, si è visto come la correlazione per i gemelli identici fosse dello 0,70, mentre per quelli non identici fosse meno della metà, ovvero 0,29. La differenza, come avviene spesso in questo tipo di ricerche di genetica del commportamento, indica che le somiglianze di giudizio nei gemelli monozigoti è da attribuire ai tratti genetici, piuttosto che all'ambiente familiare condiviso.

    "Siamo molto felici del risultato ottenuto poiché i meccanismi cerebrali alla base del riconoscimento dei visi sono ancora poco compresi: l'alta ereditabilità di questa capacità potrebbe fornire una buona opportunità di connettere i geni ai meccanismi cerebrali e quindi al comportamento", ha aggiunto Duchaine.

    La ricerca ha anche cercato di capire se questi processi cerebrali fossero specifici per il riconoscimento dei visi, o più in generale per tutte le facoltà di riconoscimento. Si è così proceduto a studiare il problema con gli stessi gruppi di gemelli e con un'ampia coorte di non gemelli, tutti sottoposti, oltre che al test di riconoscimento dei visi anche ad altre prove di riconoscimento delle parole e di opere di arte astratta. I risultati mostrano che le tre capacità sono solo debolmente correlate tra loro.

    Una versione del Cambridge Face Memory Test è disponibile online per chi voglia cimentarsi.

    Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/

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