Nella fase di passaggio tra l'infanzia e l'età adulta, il cervello umano sembra andare incontro a una serie di cambiamenti che renderebbero più difficile agli adolescenti apprendere nozioni o ricordare eventi. Questo è quanto emerge da una ricerca pubblicata sull'autorevole rivista Science.
Il cervello produce un'elevata quantità di proteine durante la pubertà, spiegano i ricercatori della State Univerity di New York, e queste potrebbero interferire con i normali processi di apprendimento. In una serie di esperimenti compiuti in laboratorio, i ricercatori guidati da Sheryl Smith hanno analizzato le abilità di orientamento spaziale e di apprendimento di alcuni topi di diversa età.
Dai loro risultati è emerso che i topi in età puberale manifestavano maggiori problemi di apprendimento spaziale rispetto ai topi più piccoli o già entrati in età adulta. Questo difetto, tuttavia, poteva essere annullato somministrando ai topi uno steroide in grado di bloccare l'attività di un recettore del cervello detto GABAR, il quale regola l'attività di un neurotrasmettitore che, secondo i ricercatori, sarebbe in grado di impedire il normale apprendimento.
Secondo Sheryl Smith, l'età della pubertà rappresenterebbe una fase di riorganizzazione del cervello umano, in seguito alla quale le abilità di apprendimento tornerebbero ai loro livelli ottimali. Ulteriori ricerche avevano messo in mostra come il cervello degli adolescenti “lavorasse” in maniera differente rispetto a quello degli adulti, con una maggiore produzione di un ormone detto neurochinina B, il quale caratterizza il senso di rabbia tipico degli adolescenti, nonché alcuni loro comportamenti egoistici e talvolta irresponsabili.
Fonte: Shen H et al. A Critical Role for {alpha}4β{delta} GABAA Receptors in Shaping Learning Deficits at Puberty in Mice. Science 2010: 327(5972):1515-8.
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