Secondo una ricerca americana, bloccare la produzione di cellule immunitarie nel cervello potrebbe ridurre i problemi di memoria tipici del morbo di Alzheimer.
I ricercatori dell’Università di Southampton suggeriscono che l'infiammazione nel cervello fa progredire la demenza.
Un farmaco usato per bloccare la produzione delle cellule immunitarie nel cervello dei topi ha mostrato un effetto positivo.
Gli esperti hanno detto che i risultati sono stati incoraggianti e potrebbero portare a nuovi trattamenti.
Fino ad ora, la maggior parte dei farmaci usati per trattare la demenza agivano sulle placche amiloidi nel cervello, caratteristiche delle persone con il morbo di Alzheimer.
Ma questo ultimo studio, pubblicato sulla rivista Brain, suggerisce che in realtà l'infiammazione nel cervello, causata da un accumulo di cellule immunitarie chiamate “microglia”, potrebbe far progredire la malattia.
I ricercatori infatti hanno riscontrato un aumento del numero di “microglia” nel cervello delle persone con malattia di Alzheimer post-mortem.
Bisogna dunque trovare un farmaco sicuro ed adatto che possa essere testato anche sull’uomo.
Il dottor Mark Dallas, docente di neuroscienza cellulare e molecolare presso l'Università di Reading, ha detto che questa è stata "una scoperta entusiasmante" che potrebbe spiegare "perché i farmaci per trattare il morbo di Alzheimer non hanno avuto successo finora".
Il direttore della ricerca presso la Alzheimer's Society ha definito i risultati dello studio incoraggianti ed ha affermato che con l'invecchiamento progressivo della popolazione è sempre più urgente trovare trattamenti che possano rallentare o arrestare la progressione della demenza.
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