"Cattiva maestra televisione"? Secondo una ricerca riportata dal Censis e condotta in dieci paesi europei su un campione di minori tra i 9 e i 16 anni, è emerso che i giovani intervistati dedicano circa quattro ore e un quarto al giorno al consumo dei media, soprattutto televisione. “Ecco perché i genitori dovrebbero scegliere, accuratamente, i programmi televisivi ed evitare che il mezzo crei dipendenza nei piccoli telespettatori”, spiega a SaluteOggi Gianni Biondi, direttore dell'Unità Operativa di Psicologia pediatrica presso l’ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma.
A quale età è consigliabile iniziare a vedere la tv? Più tardi possibile. Nei primi anni di vita è preferibile che la televisione venga usata con molta moderazione. Va sempre verificato che il bambino mantenga l’attenzione al programma proposto, evitando che lo schermo divenga uno strumento ‘da compagnia’, proprio per impedire una possibile forma di dipendenza dal mezzo. Quindi è altrettanto importante che i genitori non facciano giocare i figli con la tv accesa: un’abitudine molto presente nei preadolescenti durante lo svolgimento dei compiti e che può rappresentare una minaccia per la concentrazione, con conseguenze sull’apprendimento.
Le tipologie di immagini da evitare? Tutto quello che riguarda la violenza diretta e indiretta. Ad esempio le forti o drammatiche liti tra coniugi, tra genitori e figli o le storie di bambini vittime di violenze. In generale non si tiene conto che la televisione viene osservata, con più attenzione di quanto si immagini, dai bimbi al di sotto dei 6/8 anni, con una capacità di elaborazione di immagini, emozioni e significati ancora in fase di formazione.
E i programmi più adatti? I documentari. Alcuni ricercatori hanno segnalato come gli adulti scelgano poco questo tipo di programma che può essere, invece, un ottimo strumento di conoscenza e di curiosità, specialmente se è poi possibile parlarne con mamma e papà.
Tutti i cartoni animati sono appropriati per i piccoli? Innanzitutto non è vero che la parola ‘cartone animato’ significhi, di per sé, ‘per l’infanzia’. Numerosi cartoons trasmessi dal piccolo schermo sono dedicati ad adolescenti e adulti. Ma molti genitori danno per scontato che qualunque cartone sia adatto ai bambini. In alcuni, non di rado, vi è un linguaggio volgare e violento. Con il conseguente pericolo di una confusione tra lecito ed illecito e scarsa attenzione ai valori, come ad esempio il rispetto per l’altro.
Da abolire la televisione in cameretta? Forse potrebbe essere più rassicurante e costruttivo sostituire la tv in camera con la lettura di fiabe. Ma anche inventare racconti e fantasticare assieme potrebbe trasformarsi in uno dei momenti in cui il bimbo riesce ad esprimere le proprie esperienze. O magari potrà raccontare un episodio spiacevole o la paura che, diversamente, non avremmo mai conosciuto.
Ascoltare il tg durante i pasti potrebbe rivelarsi dannoso per i giovanissimi? Assolutamente sì. Infatti tolto il tg della Rai dedicato ai ragazzi, non esiste un’attenzione dei telegiornali nel trasmettere immagini adatte. Occorre denunciare il grossolano errore di ritenere che i telespettatori interessati siano solo i preadolescenti e gli adolescenti. In realtà anche i più piccoli, apparentemente in modo distratto, sono attenti all’immagine, pur avendo difficoltà a comprendere appieno il commento.
Fonte: http://salute.asca.it/