Nelle prossime settimane, verranno pubblicati una serie di articoli che avranno per oggetto una tecnica di gruppo diversa, che funge da utile supporto per il lavoro pratico dello psicologo.
Il Role-playing, come tutte le tecniche di simulazione cerca di riprodurre in aula, quindi in una situazione protetta, problemi e accadimenti simili a quelli della vita reale.
La differenza che intercorre con la psicoterapia è, che mentre in quest’ultima si recitano aspetti personali, nel Role-playing si mettono in scena ruoli organizzativi o sociali in genere.
Quindi l’oggetto reale del Role-playing come esercitazione di apprendimento è la drammatizzazione di comportamenti di ruolo.
Definizione e fasi di svolgimento
Ciò consente una successiva analisi dei vissuti, delle dinamiche interpersonali, delle modalità di esercizio di specifici ruoli, e più in generale dei processi di comunicazione agiti nel contesto rappresentato.
- il conduttore del gruppo introduce la situazione da interpretare: ad esempio la gestione di un colloquio tra capo e dipendente, o altre situazioni reali, divide il gruppo in coppie e detta i tempi dello svolgimento (generalmente ogni coppia ha circa 10/15 minuti a disposizione per inscenare il proprio gioco di ruolo);
- le coppie, a rotazione interpretano la situazione e i relativi ruoli loro assegnati (ad esempio capo/dipendente, venditore/cliente o altro) sull’indicazione anche di materiale loro fornito dal conduttore e atto a descrivere i ruoli ed il contesto nel quale il problema va inserito; durante l’esecuzione, i restanti partecipanti che fungono da “osservatori” prendono nota di ciò che emerge di interessante;
- terminata l’interpretazione dei ruoli da parte di tutte le coppie, avviene una discussione generale, in gergo Debriefing. Ogni coppia è chiamata ad esprimere apertamente le proprie impressioni sull’esperienza appena vissuta, e il resto del gruppo esterna a sua volta ciò che ha osservato durante il loro “gioco”. Nel gioco di ruolo si fanno appunto esperienze dirette, fuori dal gioco di ruolo si è osservatori, critici, con il gioco di ruolo si impara facendo, dopo il gioco, con il “debriefing” si impara riflettendo su ciò che si è fatto.
Tipologie e varianti
- Role-playing strutturati in questa tipologia vi sono delle regole e dei vincoli precisi circa i ruoli, i contenuti e lo svolgimento delle discussioni, tutto il materiale è preparato e strutturato a monte. Gli obiettivi che si intendono raggiungere con questa tipologia di Role-playing sono:
– sviluppo di capacità per risolvere problemi;
– apprendere procedure ben definite, quali ad esempio: la prassi per affrontare i reclami, o tecniche, ad esempio come condurre un’attività promozionale, come effettuare una dimostrazione, come superare le obiezioni, come ricevere gli utenti, ecc;
– modificare gli atteggiamenti per quanto riguarda le relazioni interpersonali e le relazioni tra superiori e collaboratori; - Role-playing non strutturati o liberi qui l’attenzione si sposta verso la scoperta di nuovi modelli d’azione, alla spontaneità, al feedback. Si tralascia un’attenta preparazione in anticipo dei materiali, il gruppo sceglie direttamente gli argomenti che ritiene più importanti; inoltre l’individuo può interpretare qualsiasi ruolo, anche se stesso, personaggi esistenti o immaginari; la situazione rappresentata può essere immaginaria o accaduta realmente. Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono:
– aiutare i partecipanti ad acquistare intuito nel loro comportamento in generale e nel loro comportamento verso gli altri;
– modificare atteggiamenti nel lavoro, nella famiglia o nella vita sociale;
– aiutare i partecipanti ad acquistare nuovi metodi per affrontare situazioni problematiche.
- Inversione dei ruoli: utilizzata nei role-playing non strutturati, quando c’è notevole divergenza di vedute tra due persone. Essa consiste nella semplice inversione delle parti degli attori, ciò facilita molto la comprensione dei punti di vista altrui. I risultati di questo procedimento sono generalmente: rafforzare la flessibilità e la spontaneità dei comportamenti ed aumentare la capacità di guardarsi dentro e la sensibilità verso gli altri.
- Soliloquio: avviene quando il trainer può interrompere uno degli attori ed attraverso un’intervista spingerlo a esprimere ad alta voce pensieri ed impressioni finora non chiaramente espressi.
- Tecnica dello specchio: uno dei partecipanti interpreta, ad esempio, la parte di un altro membro del gruppo piuttosto esitante a svolgere il suo ruolo: la persona di cui si vuole incoraggiare la partecipazione vede così se stesso riflesso come in uno specchio e ritrae un utile feedback per il suo comportamento.
- Rotazione dei ruoli: risulta particolarmente efficace quando si vogliono sottoporre tutti i partecipanti ad un determinato ruolo, uno dopo l'altro. Si raccoglie, così, al termine una vasta serie di comportamenti come risposta ad uno stimolo identico, con evidenti vantaggi ai fini formativi.
Contesto e setting
Vantaggi e svantaggi
La tecnica stimola l’apprendimento sia attraverso l’impegno nello svolgere un certo ruolo, sia nell’osservazione del comportamento degli altri partecipanti, sia infine attraverso il feedback.
Per quanto riguarda, invece, i principali svantaggi, la tecnica, soprattutto quella non strutturata, richiede un conduttore molto abile e capace di correggere, nel momento necessario, i comportamenti errati attuati dai partecipanti.