L’illusione del serpente rotante, che potete apprezzare qui a tutto schermo, è stata realizzata nel 2003 da Akiyoshi KITAOKA del Dipartimento di Psicologia della prestigiosa Ritsumeikan University di Kyoto, ed è una fra le illusioni di movimento più conosciute e amate.
Il moto illusorio percepito è il risultato di alcune caratteristiche dell'immagine e di due meccanismi del nostro sistema visivo.
I nostri occhi producono micro-oscillazioni casuali (i cosìdetti movimenti fissativi) che servono ad evitare che gli imput visivi colpiscano sempre la stessa subpopolazione di recettori retinici, esaurendone, ad un certo punto, la capacità di reagire e di trasmettere il segnale.
In contesti naturali o osservando una qualunque scena strutturata, il cervello non deve far altro che minimizzare e, di fatto, ignorare queste micro-oscillazioni ancorandosi a dei punti di riferimento.
Quando però per caso ci capita di osservare una scena priva di punti di riferimento, riusciamo ad accorgerci di queste oscillazioni casuali.
Se siamo in una stanza completamente buia e osserviamo, da una certa distanza, una sigaretta che brucia in un posacenere, la piccola lucina rossa ci sembrerà ballonzolare brevemente e, a meno di una scossa tellurica proprio mentre stiamo facendo l’esperimento, ciò è dovuto ai nostri piccoli moti oculari.
Se guardiamo una stella attraverso un tubo, senza i riferimenti degli altri astri essa ci sembrerà sussultare leggermente a causa dei nostri movimenti fissativi (sempre che non abbiate preso per una stella un boeing 747…).
L'altro meccanismo del nostro sistema visivo coinvolto nell’illusione del serpente rotante è la peculiare gestione del differenziale di luminosità: una zona più luminosa di una immagine viene elaborata più rapidamente dal sistema visivo perché provoca una risposta neuronale più intensa.
La differenza nei tempi di arrivo fra segnale proveniente da una zona luminosa e segnale proveniente da una zona scura è interpretata dal cervello come movimento.
Ma questo accade solo nella visione periferica dove la risoluzione è così bassa da farsi "infinocchiare".
Nel caso del serpente rotante, la figura, complessivamente priva di punti di riferimento, rende percepibili le oscillazioni oculari casuali che "intercettano" i chiaroscuri dell'immagine potenziando fortemente l'effetto di moto illusorio.
Poichè esso è massimo nella visione periferica, se fissate una singola “spira” vedrete muoversi tutto quello che le sta intorno, ma non essa stessa perché la state osservando con la visione centrale.
Il fascino del serpente sta proprio nel fatto che non appena si sposta lo sguardo su un'altra spira l’immagine subisce una specie di riaggiornamento perché è stato reimpostato il rapporto centro/periferia.
Articolo Tratto da: Psicocafè