Se presi in cura da una famiglia amorevole, anche i bimbi orfani o che hanno vissuto esperienze traumatiche di abbandono e maltrattamenti possono crescere in maniera sana, con qualità fisiche e intellettuali del tutto simili a quelle dei coetanei. A dimostrarlo è un ampio studio pubblicato sulla rivista Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine.
Nella ricerca condotta da ricercatori statunitensi della Università del Minnesota sono stati presi in esame 136 bambini orfani rumeni cresciuti in sei diversi orfanotrofi di Bucarest, la metà dei quali sono stati adottati da famiglie occidentali all’età di 21 mesi, mentre l’altra metà ha trascorso l’intera fase della crescita all’interno dell’istituto.
Secondo l’autrice dello studio Dana Johnson, l’assistenza all’interno degli istituti era molto efficiente ma non veniva incontro alle reali esigenze dei bambini, contrariamente a quanto può avvenire all’interno di una famiglia. Sottoponendo l’intero campione di bambini a delle visite periodiche in cui veniva valutato il loro livello di sviluppo fisico e psicologico, i ricercatori hanno verificato che tutti i bambini degli istituti mostravano un peso e un’altezza inferiori alla media. Questi valori, tuttavia, tendevano a essere normali nei bambini che avevano trascorso un periodo di soli 12 mesi nella famiglia adottiva.
I bambini che crescevano in altezza e peso, inoltre, mostravano migliori abilità di pensiero, di memoria e di apprendimento rispetto ai bambini che mostravano deficit di crescita, sottolineano i ricercatori statunitensi. Ciò avvalora l’ipotesi che un’alimentazione corretta, unita all’amore di una famiglia può aiutare il corpo e la mente a crescere sani, abbattendo in poco tempo le eventuali “carenze” che hanno caratterizzato i primi anni di vita dei bambini.
Fonte: Johnson DE et al. Growth and Associations Between Auxology, Caregiving Environment, and Cognition in Socially Deprived Romanian Children Randomized to Foster vs Ongoing Institutional Care. Arch Pediatr Adolesc Med 2010. doi:10.1001/archpediatrics.2010.56
http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=27818