L’intelligenza emotiva è una competenza fondamentale che permette di comprendere e gestire le proprie emozioni, stabilire relazioni positive e affrontare efficacemente le sfide della vita quotidiana.
Nei bambini, lo sviluppo precoce di questa abilità rappresenta un elemento chiave per una crescita equilibrata e serena.
Questo articolo esplora il concetto di intelligenza emotiva, l’importanza di educarla fin dalla prima infanzia, e il ruolo cruciale che i genitori rivestono come veri e propri “allenatori emotivi”.
Introduzione all’Intelligenza Emotiva
Il concetto di intelligenza emotiva è stato definito nei primi anni ’90 come la “capacità di relazionarsi agli altri, di provare sentimenti ed empatia e di controllare le emozioni negative” (Salovey e Mayer). Questa abilità, secondo Goleman (1996), influenza profondamente la vita di ogni individuo, determinando il suo benessere personale e sociale.
Uno dei principali studiosi dell’intelligenza emotiva nei bambini è John Gottman, psicologo evolutivo, il quale ha condotto numerosi studi sull’importanza di sviluppare questa competenza fin dall’infanzia. Secondo lui, i genitori giocano un ruolo essenziale e possono essere definiti veri e propri “allenatori emotivi”.
L’Importanza dello Sviluppo dell’Intelligenza Emotiva nei Bambini
Le ricerche di Gottman hanno evidenziato diversi benefici legati allo sviluppo dell’intelligenza emotiva nei bambini:
- Favorisce un senso di sicurezza e felicità, promuovendo l’equilibrio emotivo;
- Migliora le prestazioni scolastiche e le capacità di concentrazione;
- Aiuta a costruire relazioni positive con i coetanei;
- Permette di affrontare le difficoltà e superare più rapidamente le esperienze negative;
- Riduce i problemi comportamentali e il rischio di comportamenti autodistruttivi in adolescenza;
- Rafforza autocontrollo, empatia e attenzione verso gli altri.
L’Intelligenza Emotiva è Innata?
Secondo Gottman, l’intelligenza emotiva non è innata, ma si apprende attraverso l’esperienza. Il ruolo dei genitori è cruciale: sono loro i primi e più efficaci “insegnanti” di questa competenza.
Il Ruolo del Genitore come “Allenatore Emotivo”
Gottman individua cinque passi fondamentali per promuovere l’intelligenza emotiva nei bambini:
Identificare le Emozioni del Bambino
Molti bambini non riescono a esprimere chiaramente le proprie emozioni. Il genitore deve imparare a riconoscerle e a interpretare il comportamento del figlio, ponendosi in ascolto empatico.
Trasformare le Crisi in Opportunità di Insegnamento
Le crisi emotive devono essere vissute come occasioni di apprendimento. Minimizzare le emozioni negative rischia di far sentire il bambino incompreso. Aiutarlo a esprimere ciò che prova, invece, lo sostiene nella gestione delle sue emozioni.
Ascoltare Attivamente senza Giudicare
Ascoltare il bambino senza offrire soluzioni immediate o minimizzare i suoi sentimenti è essenziale. Frasi come “Ti fa stare male aver perso quel giocattolo, vero?” aiutano il bambino a sentirsi capito e supportato.
Aiutare il Bambino a Nominare le Emozioni
Dare un nome alle emozioni aiuta il bambino a comprenderle meglio. Dire “Sei arrabbiato, vero?” trasforma l’emozione da un’esperienza confusa a un sentimento riconoscibile e affrontabile.
Porre Limiti ai Comportamenti Scorretti
Pur accettando tutte le emozioni, è importante stabilire limiti ai comportamenti. Ad esempio, “Capisco che sei arrabbiato, ma non è giusto picchiare il tuo amico. Cosa potresti fare invece?” aiuta il bambino a trovare soluzioni alternative accettabili.
Conclusioni
Essere un “allenatore emotivo” significa accogliere le emozioni del bambino senza giudicarle, guidandolo nel loro riconoscimento e gestione. Un’educazione emotiva consapevole aiuta il bambino a diventare un adulto empatico, resiliente e capace di affrontare le sfide della vita con equilibrio.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Raffaella Donnini, Psicologa clinica, Sostegno genitorialità-Parent Coaching Counseling psicologico adulti e adolescenti.