Una barca a vela naviga solo se si crea un clima che sviluppi le potenzialità individuali all'autoresponsabilizzazione, all'indipendenza e alla cooperazione. Basi indispensabili anche alla vita sociale.
È il principio alla base di Invertiamo la rotta, progetto interregionale triennale di terapia in barca a vela per adolescenti a rischio. I mezzi? La navigazione in mare e l'esplorazione delle sue ricchezze nel Mediterraneo, sperimentando la conoscenza di sé e il lavoro di gruppo in un'esperienza di evasione e divertimento orientata da limiti e regole "sicure". Invertiamo la rotta è infatti un progetto innovativo di supporto agli enti che hanno in carico minori in condizioni di disagio familiare e sociale, che utilizza la navigazione a vela per accompagnare, arricchire e verificare gli specifici percorsi educativi in corso.
Un progetto a lungo termine. E' stato studiato in collaborazione con gli enti stessi che seguono i minori nella quotidianità, con un approccio che ne fa il frutto della volontà di fare network sul lungo termine, piuttosto che di offrire un semplice servizio di breve termine. Tanto da riscuotere l'interesse della facoltà di Psicologia dell'Università di Roma La Sapienza con la quale è allo studio lo sviluppo di un progetto di ricerca comune che ponga le basi per la prima certificazione clinica italiana di questo tipo di supporti psico-socio-educativi.
Prevenzione del disagio giovanile. A proporre e ad attuare il progetto insieme ai partner locali liguri, lombardi e toscani, Matti per la Vela 1 Onlus genovese, nata nel 2004 con l'obiettivo di promuovere e realizzare, in collaborazione con lo Yacht Club italiano, progetti nel campo della prevenzione del disagio giovanile, della disabilità, dell'emarginazione sociale, delle tossicodipendenze e della disoccupazione, per dar vita a percorsi di promozione del benessere e di integrazione sociale con l'uso, come mediatore, dello sport della vela. In oltre 5 anni di attività Matti per la Vela ha portato a termine una decina di progetti, nella maggior parte dei casi pluriennali, che l'hanno vista affiancata da partner istituzionali quali, per esempio, gli enti locali liguri e toscani, le Asl di Genova e La Spezia e il Dipartimento per la Giustizia minorile del ministero di Grazia e di Giustizia
Fonte: http://www.repubblica.it/
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