SONO appassionati e tecnologici, conoscitori della realtà virtuale più che del loro corpo. Navigano in rete come professionisti ma in amore e sesso improvvisano e rischiano. Sono i teenager italiani del nuovo secolo: il 27 per cento non usa alcun anticoncezionale e la percentuale sale al 35 per cento tra le sole ragazze. I risultati si vedono, lanciano l'allarme i medici degli ospedali dove ogni week end arrivano a decine ragazzine impaurite a chiedere la pillola del giorno dopo, mentre si moltiplicano le malattie sessuali tra i giovanissimi. Perché i nipoti del '68 e del femminismo invece di prevenire si affidano sempre di più alla contraccezione di emergenza che negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom. Fino ad arrivare a 370mila confezioni. Acquistate e usate, per il 55 % dei casi da minorenni.
Di adolescenti impauriti, con idee confuse in materia di sesso e procreazione ne ha visti tanti andare a chiedere la pillola del giorno dopo il professor Emilio Arisi. Fondatore dei primi consultori in Italia, è consigliere della Sigo, la società italiana ginecologi che ogni anno organizza corsi nelle scuole per "rompere la barriera dell'ignoranza. Perché ho conosciuto ragazzini convinti che la Coca Cola fosse un anticoncezionale, che se facevano l'amore in piedi non sarebbero rimaste incinta, che una lavanda al limone salvava da un rapporto non protetto", racconta. E punta il dito contro le istituzioni, la mancanza di corsi di educazione sessuale nelle scuole, comuni in Europa e qui realtà solo per
buona volontà di alcuni.
"Il boom della pillola del giorno dopo è dovuta anche al fatto che molti genitori non sono in grado di parlare ai figli di anticoncezionali, di sesso", dice il professor Carlo Flamigni che ha scritto un libro dedicato proprio alla pastiglia – "osteggiata dai medici cattolici pur non essendo un abortivo perché in Italia sappiamo fare solo la morale e non dare informazioni" – e autore di un volume sulla Contraccezione (edizioni Asino d'oro, il ricavato andrà all'Aied).
"Si arriva alla contraccezione di emergenza di massa in Italia perché non esiste educazione pubblica e perché la vecchia generazione non è che usi molto preservativi o pillola: le donne che prendono la pastiglia anticoncezionale da noi sono il 16% rispetto al 40% di alcuni paesi del nord Europa e il 32% è rimasta al coito interrotto. E il messaggio che passa alle giovani generazioni in famiglia finisce per essere che al pillola fa male, che ingrassa. Falsità". Così i teenager si arrangiano: nel 22 % del casi si affidano al coito interrotto, nel 27% al preservativo e solo il 18% alla pillola.
La professoressa Alessandra Graziottin, direttore centro di ginecologia all'ospedale San Raffaele Resnati e collaboratrice e dei programmi Sigo, spiega il boom della pillola del giorno dopo con un'ignoranza dovuta "alla resistenza storica del mondo cattolico ma anche al fatto che non abbiamo insegnato ai giovani il senso di responsabilità, anche nel sesso. Responsabilità nei confronti della propria salute e di quella della propria compagna, del proprio futuro. Insomma che se uno fa all'amore deve pensarci, a come non avere figli a non trasmettere malattie".
Più comprensivo con i ragazzi lo psicologo Charmet: "Difficile per loro irruenti, immaturi per età, che non hanno casa né rapporti spesso stabili, programmare incontri e anticoncezionali. Comunque è vero che i giovani si sentono immuni da rischi, non hanno il senso delle conseguenze dei loro gesti. Finalmente liberi dal senso del peccato e dal timore di castighi legati al sesso". Ma forse, a furia di visite a tappeto nelle scuole, qualcosa sta cambiando. Gli ultimi dati segnalano un calo del 4,7% nelle vendite della pillola del giorno dopo mentre cresce lievemente il consumo di quella anticoncezionale tra le giovanissime fino al 18%.
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