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    L’ADHD e i pregiudizi di genere

    L’ADHD e i pregiudizi di genere

    Gli psicologi stanno combattendo contro i pregiudizi di genere nella ricerca sul Deficit di Attenzione e Iperattività.

    Quando il ricercatore Stephen P. Hinshaw, lo scorso ottobre ha pubblicato due studi sul Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) svolti su delle ragazze, lo psicologo Kathleen Nadeau, si è rincuorato del fatto che le ragazze con ADHD stanno finalmente cominciando a ricevere l'attenzione a lungo auspicata dai ricercatori.

    Hinshaw è uno dei primi a studiare le ragazze con questo disturbo. La maggior parte dei pochi studi precedenti si sono concentrati sul confronto tra femmine e maschi con ADHD.
    Per Kathleen Nadea, la ricerca di Hinshaw è la prova di per quello che aveva osservato clinicamente per anni: le ragazze sono spesso trascurate da questo punto di vista, perché i loro sintomi di ADHD somigliano poco a quelli dei ragazzi.

    E’ stato anche un contributo importante per aumentare la consapevolezza che il problema è presente, in modo differente, anche nelle ragazze.

    Secondo Nadeau, questo disturbo è stato trascurato nelle donne a causa dei criteri diagnostici attuali (che sono più appropriati per i maschi che per le femmine) e a causa dei modelli di riferimento di genitori e insegnanti, che notano i sintomi dell’ ADHD in modo più evidente nei maschi. Addirittura, alcuni negano che il disturbo sia presente anche nelle ragazze.

    Le ragazze che presentano ADHD potranno avere serie problematiche in età adulta.
    "Le ragazze con ADHD rischiano di soffrire di depressione, scarsa autostima, ansia, depressione, gravidanze adolescenziali, già durante la scuola media e la scuola superiore", spiega Nadeau.

    "Le ragazze con ADHD rimangono un enigma – spesso trascurato, frainteso ", dice Ellen Littman, una delle prime psicologhe concentrate sulle differenze di genere nell’ADHD.

    E’ necessaria una maggiore attenzione alla ricerca sulle questioni di genere nell’ADHD per diversi motivi, dice Julia J. Rucklidge, professore di psicologia presso l'Università di Canterbury, Nuova Zelanda, che ha studiato l'ADHD nelle donne canadesi.

    "Non possiamo fare ipotesi sui maschi che poi verranno applicate alle femmine – in quanto le femmine hanno diverse influenze ormonali che possono influenzare notevolmente il loro comportamento.
    "Inoltre le femmine socializzano in modo diverso e quindi tendono a esprimersi in modo diverso, sono più soggette a problematiche come la depressione o l'ansia influenzandone il comportamento. Questo suggerisce che l'ADHD si manifesterà in modo diverso nelle donne. Ma solo la ricerca potrà confermarlo definitivamente. Per il momento, queste rimangono solo delle supposizioni.

    ADHD nelle donne in età adulta

    Le donne con ADHD presentano tipicamente tremende problematiche di gestione del tempo, disorganizzazione cronica, stress, le difficoltà di gestione del denaro e una storia di ansia e depressione, dice Nadeau; molto spesso, inoltre, rimangono inconsapevoli del disturbo fino al momento in cui hanno un figlio oppure scoprono un fratello nella stessa condizione.
    Il disturbo è tipicamente trattato con una combinazione di farmaci stimolanti e trattamento psicoterapeutico orientato agli obiettivi, spiega Nadeau.

    Oltre all'impegno del promuovere maggiori ricerche sulle differenze di genere, questi ricercatori e psicologi hanno dato vita ad una serie di iniziative per sensibilizzare le donne alle problematiche legate all'ADHD.

    Con la pediatra Patricia Quinn, Nadeau ha recentemente fondato un centro per le questioni di genere e ADHD (NCGI) per promuovere la consapevolezza e la ricerca sul disturbo nelle femmine.
    Nadeau e Quinn hanno curato anche diversi volumi sui temi legati all'ADHD nelle ragazze e nelle donne.  

    Inoltre, Littman e Nadeau stanno spendendosi molto per apportare modifiche alla prossima edizione del DSM nella definizione dell’ADHD.

    Articolo tratto dal sito dell'APA: http://www.apa.org/monitor/feb03/adhd.aspx

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