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    L’America si divide sulle politiche antifumo per i giovani

    Negli Stati Uniti, la patria delle multinazionali del tabacco, la lotta contro il fumo è senza quartiere. Negli ultimi due decenni una politica di divieti, disincentivi, comunicazione di massa è riuscita a rendere permanente nella società l’idea che il fumo di sigarette è la causa principale dei tumori al polmone e delle malattie cardiovascolari che, nel mondo occidentale, sono una delle prime cause di morte o invalidità.

    L’unico neo in un quadro positivo rimane quello degli adolescenti, tra i quali pare che il fumo di sigarette sia in crescita. Per questo motivo sono allo studio delle istituzioni sanitarie e del congresso americano nuove misure.

    Su una di queste misure si sta assistendo ad una spaccatura tra il senato, il presidente USA, George W. Bush, e la comunità scientifica capitanata dall’American Medical Association. Il presidente Bush ha deciso di porre il veto su una decisione del Senato che prevederebbe un aumento dei fondi destinati alle campagne informative nelle scuole, e, questa la novità che ha più diviso, l’aumento dei fondi destinati al State Children’s Health Insurance Programme; i soldi da destinare a questi fondi dovrebbero venire, nelle intenzioni dei legislatori, da un ulteriore aumento del prezzo delle sigarette. Su questo punto pare si siano arenate le trattative con l’ufficio della presidenza.

    Secondo quanto riportato da alcuni giornali americani questa volontà da parte del presidente di porre il veto su una legge del senato dovrebbe essere motivata perché, a guardarla superficialmente, sembra un modo per non garantire la salute dei cittadini nel tentativo di non ledere all’economia del paese.

    Fonte: Massachusetts Medical Society newsletter
    http://it.health.yahoo.net

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