La visione del passato, al quale ogni essere umano appartiene, è un momento fondamentale per comprendere ciò che ci ha determinato e permette di contestualizzare l’individuo all’interno del suo panorama familiare.
Da questa breve introduzione, si può comprendere l’importanza dell’eredità psicologica che le generazioni ricevono dalle precedenti e che spesso viene trasmessa inconsciamente, senza la possibilità di elaborazione del trauma trasmesso.
La teorizzazione della Faimberg rende ancora più chiara tale condizione riconoscendo alla base degli effetti patogeni i “segreti” incistati dal legame solidale dei membri della famiglia e che si trasmettono di generazione in generazione mediante una modalità transgenerazionale.
In questa particolare trasmissione da generazione in generazione, si iscrive il “Complesso fraterno”, struttura inconscia, immaginaria e fantastica che caratterizza la vita psichica dell’individuo. Sotto questa luce, le relazioni tra i fratelli apparirebbero caratterizzate da ciò che passa inconsciamente tra una generazione e l’altra, senza poter avere mai lo spazio per poter essere simbolizzato. Le rappresentazioni e gli investimenti inconsci di questo complesso, iscriverebbero problematiche di natura identitaria e nella conduzione della vita sociale.
René Kaës (2008) affronta in modo attento la questione descrivendo il complesso fraterno come strettamente connesso con l’idea di fratricidio e con l’angoscia che deriva dalla paura dell’abbandono che si insinua con lo svezzamento.
In questa fase, si chiama in causa la comunità dei fratelli in grado di organizzare il simbolico nelle relazioni sociali: il bambino mette da parte i desideri incestuosi nei confronti di fratelli e, nello stesso tempo, prova a superare e sublimare la rabbia scatenata dalla necessità di dover condividere l’affetto dei genitori, in particolare quello della madre, con uno o più concorrenti.
Le storie fraterne divengono, quindi, un tutt’uno con le dinamiche transgenerazionali: gli ideali materni e paterni della genealogia dei genitori segnano il mondo psichico del bambino e, nello stesso tempo, lo mettono in condizione di pensarsi in un inizio e in una fine tra la vita e la morte suscitando in lui sentimenti di rabbia narcisistica ma, allo stesso tempo, è ciò che gli permetterà di ottenere l’indipendenza intellettiva.
In relazione ad elementi quali l’ordine di nascita o il sesso del bambino, l’investimento narcisistico dei genitori può, quindi, influenzare le alleanze inconsce tra fratelli sia in termini positivi sia in termini negativi.
Nella lettura che ne dà lo psicoanalista francese, gli effetti organizzatori dei legami che si formano in conseguenza al complesso fraterno sono sentimenti di amore ed odio, gelosia rivalità ed invidia e, tali relazioni, sono riscontrabili in ogni tipo di organizzazione sociale con i fratelli reali o immaginari frutto di interiorizzazione.
La forma arcaica che costituisce il complesso si evolve in una forma simbolica quando i fratelli si separano dal corpo della madre che viene ora riconosciuto come distinto.
Solo attraverso il superamento della gelosia e dell’odio, continua lo psicoanalista, si possono iniziare esperienze di accettazione dell’altro, di sentimenti di condivisione, di solidarietà e di amore.
Il compimento del complesso fraterno, esige l’identificazione al simile della stessa generazione, nato dalla stessa origine reale, immaginaria o simbolica e l’identificazione al genitore dello stesso sesso che preserva, allo stesso tempo la componente bisessuale delle identificazioni al padre e alla madre.
In definitiva, il complesso fraterno ha a che fare con il fratricidio e con l’angoscia di svezzamento e di abbandono; persiste nella psiche e si modifica durante il corso della vita in relazione agli eventi che mettono il soggetto in contatto con gli aspetti legati all’infantile.
Bibliografia
Enriquez M., (1993) Delirio in eredità, in: Baranes J.J., Enriquez M., Faimberg H., Kaës R., Trasmissione della vita psichica tra generazioni, Roma, Borla, 2005
Faimberg H., (1993), Il “télescopage” delle generazioni. A proposito della genealogia di certe identificazioni, in Baranes J. Enriquez M., Faimberg H., Kaës R., Trasmissione della vita psichica tra generazioni, Borla Editore, Roma, 2005
Kancyper L., Il complesso fraterno. Studio psicoanalitico, Borla, Roma, 2008
Kancyper L., Intervista a Luis Kancyper, a cura di Nelly Cappelli, Spiweb, 2008
Kaës R., (1993), Il soggetto dell’eredità, in Trasmissione della vita psichica tra generazioni, Baranes J. J., Enriquez M., Faimberg H., Kaës R. Borla Editore, Roma, 2005