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    L’integrazione fragile delle emozioni bambine

    In che modo avviene la maturazione dell'elaborazione delle emozioni nel corso dello sviluppo individuale, dall'infanzia all'età adulta?

    A questa domanda cruciale per le neuroscienze e la psicologia hanno cercato di dare risposta i ricercatori dello Stanford Institute for Neuro-Innovation and Translational Neurosciences della Stanford University School of Medicine, che pubblicano i loro risultati sui "Proceedings of the National Academy of Sciences", conducendo uno studio con la risonanza magnetica funzionale per confrontare l'attivazione di specifiche aree dell'amigdala in bambini e giovani adulti.

    Secondo le attuali conoscenze in questo campo, il cervello umano subisce uno sviluppo protratto nel tempo, caratterizzato da notevoli trasformazioni nell'espressione e nella regolazione delle emozioni, funzioni in cui svolge un ruolo cruciale l'amigdala, e in particolare due nuclei detti amigdala basolaterale (BLA) e amigdala centromediale (CMA), che hanno specifiche connessioni con regioni corticali e subcorticali.

    Le conoscenze sullo sviluppo ontologico di queste funzioni sono però ancora piuttosto limitate. È per questo che nel recente studio di Stanford sono stati analizzati i processi di trasformazione delle connessioni della BLA e della CMA in 24 bambini di età compresa tra 7 e 9 anni a confronto con altrettanti soggetti di età tra 19 e 22 anni.

    Dai risultati è emerso che nei soggetti più giovani le connessioni funzionali dell'amigdala con altre regioni cerebrali sono intrinsecamente più deboli, in particolare quelle con le strutture subcorticali, paralimbiche e limbiche, con l'area di associazione polimodale e con la corteccia prefrontale mediale ventrale.

    Inoltre, nei bambini le reti di connessioni associate ai due nuclei dell'amigdala mostrano una maggiore sovrapposizione e una piùì debole differenziazione rispetto ai soggetti adulti. Il risultato è stato confermato dalla constatazione che nei bambini prevalgono connessioni tutte interne all'amigdala piuttosto con le altre aree del cervello.

    Complessivamente, i dati raccolti portano a concludere che nei bambini esista una debole integrazione dei circuiti dell'amigdala, con importanti ripercussioni per la comprensione dello sviluppo emotivo normale e patologico e delle circuitazioni cerebrali che lo accompagnano. Inoltre, suggeriscono i ricercatori,  la complessità delle reazioni emotive tipica degli anni dell'adolescenza potrebbe essere legata proprio alla riconfigurazione di quei circuiti.

    Articolo tratto da: http://www.lescienze.it

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