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    Lo psicodramma: modalità di conduzione

    Questa settimana trattiamo più nel dettaglio la tecnica dello Psicodramma, utilizzata nella terapia di gruppo e ideata nel 1921 da Jacob Levi Moreno, psichiatra di origine rumena. 
     
    DEFINIZIONE
    Lo psicodramma è un metodo d’approccio psicologico che consente alla persona di esprimere, attraverso la messa in scena teatrale, le diverse dimensioni della sua vita e di stabilire dei collegamenti costruttivi fra di esse. Tale messa in scena permette di avviare, in un contesto protetto e rassicurante, un dialogo percepibile, attivo e costruttivo fra i diversi aspetti della propria vita.

    La persona giunge così ad un più alto livello di coscienza di sé e di fiducia, e può accedere a modi maggiormente spontanei e creativi nel relazionarsi a sé e agli altri. L’essenza di questa tecnica sta proprio  nell'efficacia che ha per la persona la rappresentazione scenica del suo "vissuto" passato, presente e futuro. 
    SVOLGIMENTO
    Lo Psicodramma viene realizzato formando un gruppo di diversi pazienti in un locale, con la presenza di uno o due terapeuti che fungono da “registi” della rappresentazione che si metterà in scena. La sessione di Psicodramma dura in media 2 ore, ed è suddivisibile in tre momenti fondamentali: il riscaldamento iniziale, la scena e la discussione finale.
    IL RISCALDAMENTO INIZIALE 
    Il “regista” in questa fase iniziale ha il compito di scegliere la scena da rappresentare, di risolvere le difficoltà, di far cominciare la seduta e di riscaldare le persone fino al punto in cui sgorgheranno atti e discorsi spontanei.

    Il terapeuta quindi invita i pazienti a recitare una sequenza della loro vita, la cui importanza cruciale è stata appurata nel corso di precedenti colloqui privati.
    Se le persone si rifiutano, può evocare in loro la presenza di altre scene reali, oppure propone di scegliersi essi stessi una sceneggiatura. Può anche suggerire di recitare una scena del passato, dandogli quell’aspetto gradevole che le mancò, oppure può suggerire di immaginare una scena dell’avvenire.

    LA SCENA
    Ogni partecipante, davanti agli altri, recita una parte, rappresenta un personaggio, che può essere se stesso o un'altra persona, ed espone così un'esperienza dolorosa, un conflitto, un rapporto difficile, un episodio che gli ha procurato sofferenza.

    Nel corso della rappresentazione il paziente può essere affiancato dai cosiddetti Io ausiliari che, solitamente, sono rappresentati o dagli altri pazienti partecipanti al gruppo terapeutico o dagli assistenti del “regista” i quali svolgono la funzione di interpretare i personaggi della scena riproponendo figure significative della vita del paziente o particolari aspetti del sé del paziente stesso.

    Il protagonista quindi è messo in condizione di risperimentare delle situazioni particolari, piuttosto che di raccontarle, può parlare direttamente con le diverse parti di sé e con le diverse persone della propria vita, piuttosto che parlare di esse.

    LA DISCUSSIONE FINALE 
    Durante la discussione finale, il regista può formulare interventi di chiarificazione rispetto a quanto è emerso durante la rappresentazione teatrale, in un clima di grande partecipazione emotiva finalizzata a facilitare una sorta di catarsi nel protagonista, ma anche nel pubblico.

    TECNICHE DELLO PSICODRAMMA
    Durante una sessione di psicodramma si possono utilizzare varie tecniche che facilitino il protagonista o il gruppo a raggiungere soddisfacenti livelli di creatività e spontaneità.

    Il “regista” deve essere in grado di applicare tali tecniche al momento giusto senza programmarle necessariamente in anticipo. Queste tecniche sono: inversione di ruoli, il soliloquio, interpretazione teatrale di un sogno, specchio, il doppio, proiezione nel futuro…

    Di seguito vengono spiegate brevemente due tra le tecniche più importanti utilizzate all’interno di una seduta di psicodramma:


    > il doppio
    : tecnica che prevede che il paziente rappresenti se stesso e che contemporaneamente venga rappresentato da un Io ausiliario. A quest’ultimo viene richiesto di “creare un’identità col paziente”, muoversi, agire e comportarsi come lui; l’attore segue le direttive del regista nel rispondere al suo doppio.

    Spesso succede che mentre uno dei due esprima amore, l’altro manifesti odio. È rivelatrice e terapeuticamente utile, la risposta del protagonista al suo doppio, che può aiutare l’attore ad esprimere sentimenti di paura, ostilità, amore che egli è normalmente incapace di tradurre in parole.

    Il doppio tende a diventare anche l’alleato del protagonista nelle situazioni difficili, fornendo il sostegno necessario per padroneggiare situazioni complesse e difficili nello psicodramma e che poi facilita il comportamento di successo nella vita (L.Yablonsky).

    > proiezione nel futuro
    : questa tecnica consiste nel far agire il protagonista, con il supporto del gruppo e dell’Io ausiliario, in una situazione significativa, che pensa di dover affrontare in futuro, per prepararlo a comportarsi con maggior adeguatezza quando tale situazione si presenterà.

    Fondamentale per un corretto impiego di tale tecnica è un adeguato riscaldamento durante il quale devono venire esplicitati il maggior numero possibile di particolari specifici inerenti alla situazione presa in esame. Il valore del gruppo per l’applicazione di questa tecnica è fondamentale, poiché, adeguatamente riscaldato, sarà in grado di condividere con il soggetto esperienze analoghe, come sostegno alla sua preparazione.

    La gamma di situazioni future sostenibili tramite il metodo finora descritto è ampia e va da un colloquio di lavoro, all’incontro con una persona particolarmente significativa per il soggetto.


    OBIETTIVO DELLO PSICODRAMMA
    Le sessioni di psicodramma possono essere finalizzate alla crescita personale, quando la partecipazione al lavoro psicodrammatico sia essenzialmente orientata alla conoscenza di sé e all'armonizzazione delle esigenze interne alla persona con le richieste dell’ambiente esterno; alla formazione professionale, quando la partecipazione al lavoro psicodrammatico sia orientata primariamente ad acquisire una maggiore competenza nel gestire professionalmente le relazioni interpersonali. Nello psicodramma la persona "gioca", concretizzando sulla scena le sue rappresentazioni mentali.

    Questo approccio teso a migliorare le relazioni interpersonali consente, grazie all'utilizzo delle diverse tecniche proprie della metodologia d'azione (inversione di ruolo, doppio, specchio, soliloquio…), lo sblocco di situazioni interiori cristallizzate e ripetitive, la soluzione di problemi e di situazioni di crisi, la ricerca e la scoperta di opzioni alternative rispettose di sé e dell'altro…

    Con questo metodo la persona può imboccare la via di un cambiamento che conduce all'autonomia e alla spontaneità creativa.

     
     
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