• Unisciti ai 251376 iscritti

    Lo psicologo perinatale: un professionista multidisciplinare

    La parola magica nell’efficacia lavorativa è lavoro in rete. L’approccio multidisciplinare ad una situazione clinica, o forse possiamo dire a qualsiasi situazione della vita, permette di mantenere uno sguardo aperto, dinamico, ricco che con maggiore probabilità può divenire costruttivo.
    Nel contesto perinatale questo non può essere un’opzione, una scelta da vagliare, bensì lo psicologo perinatale deve essere pronto capace e aperto al confronto in rete con altre figure professionali.

    Il campo di intervento e azione dello psicologo perinatale riguarda l’individuo dalla delicatissima e importantissima fase perinatale fino ai primi anni dopo la nascita del bambino.
    In questa fase, la donna in gravidanza vive a tutto tondo un momento di cambiamento evolutivo/corporeo con delle ricadute importantissime nella sfera psico-sociale ed emotiva.

    In questa prospettiva i primi professionisti con i quali lo psicologo perinatale deve entrare in contatto sono il ginecologo e l’ostetrica.

    Il periodo della gravidanza rappresenta un momento importantissimo per l’incontro dell’utenza con il mondo psicologico.
    Il canale di contatto con le discipline mediche, in fase di gravidanza, è una tappa d’obbligo per i futuri neogenitori, ma è lasciata a loro la scelta di aprirsi, approfondire ed esplorare la dimensione psicologica che caratterizza questa fase della vita. Proprio per questo, il lavoro di rete rappresenta un canale di accesso importante per favorire questo avvicinamento.

    L’approccio di intervento perinatale si è dimostrato efficace rispetto all’insorgere di depressioni post partum o comunque facilitante il benessere della relazione madre/bambino nelle delicatissime fasi iniziali di vita.
    Il lavoro di rete, in questo ambito prenderà forme diverse in base alla situazione clinica specifica e al momento nel quale lo psicologo si trova ad intervenire.

    Possiamo distinguere la fase prenatale, quella della gravidanza (differenziando in base alle diverse fasi della gravidanza) – i primi giorni dopo la nascita – i momenti di sviluppo/evoluzione del bambino (fino a circa tre anni, momenti ad esempio come lo svezzamento) – situazioni di intervento per sopraggiunto sofferenza psicologica.

    Lo psicologo inoltre, svolge un ruolo di rete importante nei casi di problematiche della fertilità.
    In tutte queste situazioni lo psicologo dovrà e potrà entrare in rete, ampliando le proprie conoscenze rispetto ad una situazione. Trovo sempre molto utile ed arricchente il confronto con la pediatra con la quale lavoro in rete rispetto sia alle conoscenze tecniche, a dei dubbi che mi vengono nel momento in cui sto dando lettura clinico-diagnostica alla situazione specifica.

    In modo trasversale, rispetto a tutte le situazioni citate, lo psicologo, lavorando in rete, vedrà in modo spugnoso arricchire le proprie conoscenze ma senza pretendere da sé stesso di aver conseguito una laurea in medicina.
    Il lavoro nei corsi pre parto rappresenta un momento in cui la collaborazione è totalmente a 4 mani, 6, 8, 10 mani tra i professionisti. Credo che lo psicologo debba essere il trait d’union tra queste molte mani.

    La visione olistica integrata dell’essere umano rappresenta un significativo valore aggiunto che può veramente cambiare in prospettiva di crescita e sviluppo l’esperienza della gravidanza, della nascita dello sviluppo.
    Nell’esperienza dell’allattamento ad esempio, una visione, una conoscenza medica è essenziale perché ci permette ad esempio di conoscere le dimensioni dello stomaco di un neonato e le reali necessità, in chiave di quantità di nutrimento per il neonato; questo ci permetterà come psicologici di dare senso, capire, seguire ciò che sta accadendo a quello specifico nucleo madre/bambino nella loro fase iniziale di allattamento, nascita e scoperta l’uno dell’altro e sempre al contempo di sé stesso.

    Penso spesso a quanto ricco e multidimensionale sia questo momento; mutamento del corpo della madre e del feto/bambino, mutamenti nella coppia, mutamenti a livello sociale etc… l’approccio di rete mi permette di non distrarmi, di sapere e capire ogni aspetto per potermi dedicare con energia e focus al mio obiettivo clinico, che è psicologico.

    Articolo scritto dalla dott.ssa Chiara Iazzolino docente nel Master breve in Psicologia Perinatale organizzato da Obiettivo Psicologia

    Per lasciare un commento è necessario aver effettuato il login.

    Aree riservate agli abbonati di liberamente