La psicoanalisi si mette al servizio del cinema. E´ nata Imaghia, un´associazione di analisti junghiani che svolge una funzione di supporto e consulenza ad autori, attori, editor e produttori per offrire un sostegno nei processi psicologici di creazione e di sviluppo dei progetti.
«Il nostro intento -spiega Chiara Tozzi, psicologa e sceneggiatrice- non consiste nel fornire un aiuto psicologico ai singoli, né intervenire della scrittura dei progetti, bensì verificare l´autenticità e la verosimiglianza dei processi psicologici immaginati dagli autori, collaborare all´identificazione di motivazioni e destinazioni dei progetti, fornire sostegno alla risoluzione di problemi inerenti la loro realizzazione».
Imaghia, formata da un gruppo di analisti dell´Associazione Italiana di Psicologia Analitica, interviene per cercare di risolvere i conflitti che spesso nascono all´interno di un film, sia nella fase di sviluppo che durante le riprese, e che provocano contrasti fra autori, registi, attori, produttori.
L´idea è che i personaggi immaginari delle storie devono essere trattati come persone, come pazienti bisognosi di un sostegno. «Il lavoro creativo è coinvolgente ed è facile che nascano divergenze, fraintendimenti e scontri sul piano caratteriale: l´intervento dell´analista, che non può essere identificato in una formula perché secondo le teorie junghiane ogni paziente deve avere la sua specifica terapia, può essere molto utile a stemperare il clima e favorire la reciproca comprensione».
L´idea di creare un servizio psicologico a disposizione di cinema e televisione nasce da alcune esperienze vissute dalla Tozzi, che ha lavorato su alcuni progetti come il film Mathilde della regista Nina Mimica, una produzione internazionale con protagonista Jeremy Irons.
«La Mimica era considerata un´autrice di grande talento ma particolarmente difficile; chiarendo con lei alcuni aspetti, tutti i possibili problemi sono stati risolti e la lavorazione si è svolta in assoluta tranquillità con soddisfazione di tutti».
Quanto alle reazioni degli autori, circa l´intervento dell´analista sul set, finora si sono registrate accoglienze positive e qualche commento sarcastico: nella normale confusione del set, ci mancava solo lo psicologo.
Articolo di Franco Montini tratto da Repubblica.it