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    L’origine dell’autismo

    C’è un deficit di connessione tra diverse aree cerebrali all’origine dell’autismo. È quanto sostiene un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra che ha analizzato le scansioni di risonanza magnetica funzionale (fMRI) di 16 soggetti nello spettro autistico (autism spectrum disorders, ASD) utilizzando come gruppo di controllo 16 volontari sani.

    A tutti sono state mostrate su un schermo coppie di immagini raffiguranti abitazioni o volti di persone, e a ciascuno è stato chiesto di concentrarsi e di decidere se fossero coppie di immagini identiche. Le scansioni hanno mostrato notevoli differenze nell’attività cerebrale tra i due gruppi.

    Nel gruppo di controllo, infatti, il prestare attenzione alle immagini di volti determinava un notevole incremento dell’attività cerebrale. Nel caso dei soggetti con ASD, al contrario, questo tipo di attività sembrava non avere alcuna influenza sul cervello, il che spiega la mancanza di interesse per le facce che si riscontra nelle persone con questo disturbo. Le immagini di abitazioni, invece, non hanno determinato differenze rilevanti tra i due gruppi di partecipanti.

    “Secondo una concezione diffusa – ha spiegato Geoff Bird, dell’Institute of Cognitive Neuroscience dell’UCL – esisterebbe un problema nella regione cerebrale che elabora le immagini dei volti. La nostra ricerca suggerisce che non è questo il problema vero: sembra piuttosto che il prestare attenzione alle facce non porti al normale incremento dell’attività cerebrale. Ciò avviene perché le aree che elaborano i volti non sono ben collegate a quelle parti che invece controllano l’attenzione come le regioni frontale e parietale.”

    Fonte: http://www.lescienze.it/

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