Il termine meteoropatia, che deriva dal greco "meteoros" (alta nell’aria) e "pathos" (malattia), indica qualsiasi dimensione patologica connessa in qualche modo alle condizioni meteorologiche che ci circondano. I meteoropatici sono soggetti che arrivano a sviluppare vere e proprie patologie o vedono aggravarsi patologie preesistenti in funzione di cambiamenti del clima, inteso come insieme di temperatura, umidità, pressione atmosferica e luminosità.
Secondo quanto emerge dagli studi analizzati in una relazione presentata all’interno del XLIV Congresso della Società Italiana di Psichiatria, esiste nell’uomo una valvola di regolazione stagionale che funziona come il letargo per gli animali: riducendo l’esposizione alla luce si induce un meccanismo di riduzione delle energie disponibili e un aumento del livello di stress. Studi internazionali dimostrano che l’interferenza della luce sulla produzione di melatonina determina problemi del sonno, dell’alimentazione e depressione del sistema immunitario. Particolare reattività agli stimoli luminosi viene inoltre descritta in diverse patologie, come forme di depressione maggiore, ad andamento stagionale e non, attacchi di panico e agorafobia, schizofrenia.
In riferimento a quanto osservato in un centro specialistico in Alsazia, Sante Rullo in questa relazione ha parlato degli effetti della "light therapy". Questa tecnica, basata sull’osservazione che cambiamenti di umore delle persone sono collegati alla minore quantità di ore di luce solare, consiste nell’esposizione del paziente per alcune ore al giorno e solo per alcune settimane, alla luce di una lampada composta da una serie di tubi fluorescenti in grado di sprigionare la luce su uno schermo; ne deriva uno spettro sovrapponibile all’ombra in una giornata di sole. Le modalità di somministrazione del trattamento rispettano i tempi di applicazione all’inizio dell’autunno-inverno, quando compaiono i primi sintomi; l’intensità luminosa deve essere equivalente a 20 volte quella di un ambiente illuminato da luce artificiale; la durata di esposizione alla lampada è di 30 minuti al giorno.
Il miglioramento della sintomatologia depressiva si registra dopo 4-5 giorni; il trattamento va mantenuto per ogni ciclo ripetuto ogni 7-14 giorni per 3 mesi.
I sintomi che migliorano più velocemente sono l’insonnia, e quelli correlati a patologie ad andamento ciclico; esperienze terapeutiche positive si sono riscontrate in pazienti con cefalee a grappolo, sindrome premestruale, disturbo alimentare ad andamento stagionale e psoriasi.
Importanti risultati sono emersi da uno studio condotto nel 2004 su 10 donne in stato di gravidanza che mostravano depressione pre-partum. L’esposizione alla luce ha dato in questo caso punteggi significativi anche in confronto col trattamento farmacologico antidepressivo.
Va tuttavia sottolineato che i lavori presi in rassegna da Rullo e Parisi, più che dimostrare l’efficacia ancora controversa (empirica più che scientifica) della light therapy, rappresentano uno stimolo per la promozione della cura dell’ambiente come punto di partenza del cambiamento degli stili di vita nelle patologie psichiatriche che tendono alla cronicizzazione.
Fonte: Rullo S, Parisi M. Trattamenti ambientali: dalla light therapy alla milieu therapy. Relazione presentata al XLIV Congresso della Società Italiana di Psiachiatria, Montesilvano (PE).
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