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    Milano: stop a modelle anoressiche, ma le ragazze italiane sono tutte a dieta

    Il mondo della Moda di Milano accoglie l'appello delle autorità sanitarie e mette un freno alle top-model anoressiche: le modelle non potranno sfilare se avranno meno di 16 anni e il loro indice di massa corporea sarà inferiore a 18; le ragazze da passerella dovranno presentare un certificato medico che attesti la loro idoneità psicofisica e dovranno partecipare a corsi di alimentazione. Chiesta inoltre trasparenza sulle taglie, che dovranno essere rapportate all’altezza, e sottolineata la necessità di presentare al pubblico un modello sano di benessere, legato anche allo sport. Queste norme sono il primo risultato concreto del tavolo Moda e Salute voluto dal Comune di Milano e dalla Camera della Moda e rilanciato dal sindaco Letizia Moratti, all’indomani dell’allarme anoressia.

    Lo stop alle modelle anoressiche e ai modelli di bellezza basati su magrezze irraggiungibili e non salutari era giunto degli organizzatori della Madrid Fashion Week, che qualche mese fa avevano annunciato di aver deciso di non accettare modelle con indice di massa corporea minore di 18, seminando il panico nelle scuderie delle agenzie di moda. “L’esempio spagnolo è molto importante. Senza considerare che i disturbi alimentari vanno spesso a braccetto con altri problemi comportamentali, ad esempio l’abuso di sostanze e l’autolesionismo. Se alle teenager vengono proposte come eroine ragazze che si comportano in questo modo sbagliato, corrono il rischio di sviluppare abitudini molto difficili da combattere in età adulta”, spiega Janet Treasure dell’Eating Disorders Service and Research Unit del King's College di Londra. “L’industria della moda ci propone modelle dal fisico estremo, e questo è senza alcun dubbio uno dei fattori che spinge le giovanissime a sviluppare disturbi alimentari”.

    Il segnale spagnolo era stato raccolto in Italia da Giovanna Melandri, Ministro per lo sport e le politiche giovanili, che aveva lanciato un appello al mondo della moda: "Creiamo una alleanza, lavoriamo insieme per affrontare un fenomeno dilagante e che in Italia coinvolge due milioni di ragazze. Non voglio vietare nulla, le imposizioni non servono e, non a caso, non ho nessuna intenzione di riprodurre in Italia l'iniziativa della Spagna che trovo eccessivamente statalista. La strada giusta è quella di chiedere la collaborazione degli stilisti e lavorare insieme a una iniziativa comune. Non intendo demonizzare il mondo della moda, l'anoressia è una malattia con radici psico-somatiche, legate al rapporto con il proprio corpo, il cibo. Il problema è complesso. Ma le sfilate con modelle scheletriche non fanno che esaltare la magrezza e questo non va bene".

    Il fatto che poco meno della metà delle donne italiane di età compresa tra i 18 e i 25 anni nell’ultimo anno abbia seguito una dieta per perdere peso è significativo di un rapporto difficile con l’alimentazione sul quale occorre lavorare in famiglia, nelle scuole e con una corretta informazione sui modelli di riferimento. E’ quanto afferma il 40esimo rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del paese dal quale si evidenzia che se in media il 35,4 per cento degli italiane ha seguito nell’ultimo anno una dieta, autonoma o con dietologo, la percentuale sale a ben 45,9 per cento nelle più giovani. Si tratta di un risultato che evidenzia la necessità di aumentare l'impegno per educare le giovani generazioni alla conoscenza dei cibi e alla sana alimentazione e per questo occorre intervenire nelle scuole, nella comunicazione televisiva e nelle famiglie per completare l'informazione disponibile sui cibi in vendita e modificare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse anche nel nostro paese. Secondo il Censis infatti l’indagine conferma “la permeabilità delle donne italiane alle immagini e ai discorsi mediatici” con “il diffuso desiderio di migliorare il proprio aspetto fisico” perché “”sono corpi di donne giovani quelli esibiti e proposti in modo compulsivo sui media ed in particolare in televisione e sono evidentemente proprio le ragazze, nella fase in cui si conclude il proprio percorso di maturazione ad essere piu’ vulnerabili”.

    Spiega Laura Dalla Ragione,  Responsabile del Centro residenziale per i Disturbi del comportamento alimentare e del peso "Palazzo Francisci" a Todi: “I disturbi del comportamento alimentare sono sindromi cosiddette 'culture bound', legate a certe culture specifiche di alcuni paesi. Ne dobbiamo tenere conto per valutare la patogenesi e la diffusione di questi disturbi. Sono disturbi frequenti nei paesi ricchi e fortemente industrializzati: Europa occidentale, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, Sudafrica, Giappone. Sono assenti o molto rare nei paesi poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Anoressia e bulimia appaiono legate a valori e conflitti specifici della cultura occidentale, connessi, in particolare, alla costruzione dell’identità femminile e al ruolo familiare e sociale della donna. Il culto della magrezza femminile segue la stessa distribuzione geografica e temporale dei disturbi dell’alimentazione. In India, per esempio, l’aumento dei casi di anoressia e bulimia sembra seguire, in modo inverso, la diminuzione delle misure delle attrici più popolari del cinema indiano”

    Fonte: http://it.health.yahoo.net

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