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    Motivazione, la prospettiva cognitivista applicata al comportamento alimentare

    Nello stusio sul comportamento alimentare, la prospettiva cognitivista assume un ruolo importante come leva motivazionale al cambiamento.
     
    La prospettiva cognitivista sostiene che la motivazione e i bisogni cambino in rapporto alla quantità e qualità delle informazioni provenienti dall'ambiente.
     
    L’elemento evidenziato è la capacità dell'individuo nel proporsi mete e perseguire scopi in base ai propri progetti ed obiettivi di vita, dando così alla motivazione il ruolo di spinta verso un obiettivo atteso e guida del comportamento.
     
    In questa prospettiva l'attenzione è focalizzata sui processi per l'individuazione e definizione delle mete da raggiungere, sulla valutazione della probabilità di successo o insuccesso, sulla modificazione e ridefinizione degli scopi nel tempo in funzione delle informazioni progressivamente raccolte.
     
    Il punto di partenza di questa prospettiva si basa sull’utilità soggettivamente attesa, intesa come aspettative che definiscono sia il valore dell'oggetto o dell'evento, ma anche del suo conseguimento.
     
    Tra gli autori di questo approccio Atkinson  ci parla di "tendenza al successo" ovvero dell'interazione fra la motivazione al successo, l'incentivo rappresentato dall'ottenimento del successo e la probabilità reale di ottenerlo.
     
    Ecco che individui con un'elevata motivazione a evitare il fallimento si orientano verso mete altamente probabili e possibili in modo da evitare la frustrazione e garantirsi il successo finale.
     
    In quest’ottica assume un ruolo fondamentale la dimensione temporale: condotte che in passato sono state associate a successo diventano elementi fondamentali per progetti ed obiettivi futuri.
     
    Le esperienze del passato e i piani del futuro influenzano fortemente le nostre scelte presenti, motivando i bisogni nuovi che si creano nell'essere umano.
     
    Come applicare questa teoria al comportamento alimentare?
     
    La motivazione e i bisogni cambiano in rapporto alla quantità e qualità delle informazioni provenienti dall'ambiente – ovvero informare il cliente in quantità e qualità rispetto alle informazioni sul sano comportamento alimentare, sulle condotte consigliate e quelle invece da evitare.
     
    Capacità dell'individuo nel proporsi mete e perseguire scopi in base ai propri progetti ed obiettivi di vita – ovvero lavorare col cliente sugli obiettivi, sui desideri sottostanti il raggiungimento, sulle possibili strade percorribili.

    Valutazione della probabilità di successo o insuccesso, modificazione e ridefinizione degli scopi nel tempo in funzione delle informazioni progressivamente raccolte – lavoro su successi ed insuccessi passati, sul perché alcune strade sono state vincenti mentre altre fallimentari. Attenzione inoltre alla ridefinizione degli obiettivi in base al passare del tempo e alle modifiche che si stanno acquisendo. 

    Tendenza al successo ovvero dell'interazione fra la motivazione stessa al successo, l'incentivo rappresentato dall'ottenimento di successo e la probabilità di ottenerlo – lavoro sul “dopo”, su come si starà una volta ottenuto il cambiamento, su che possibilità e soddisfazioni si saranno ottenute, evitamento di un altro insuccesso da sommare ai precedenti.
     
    Ecco un bell’esempio di passaggio dalla teoria alla reale pratica clinica. 
     
     
    Fonte: Psicologia Generale – Anolli, Legrenzi
     
    Questo contributo è stato elaborato dalla dr.ssa Monica Pirola docente del webinar sula "Il colloquio motivazionale a supporto del dimagrimento".
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