Il numero di detenuti anziani è in drammatico aumento. Ad esempio, il numero delle detenute anziane recluse nei penitenziari della California è salito del 350 per cento negli ultimi 10 anni. Si stima che nel 2030 un terzo dell’intera popolazione carceraria americana sarà geriatrica. Se la popolazione carceraria sta invecchiando rapidamente, le prigioni non si sono ancora adattate alle necessità fisiche e mentali dei prigionieri geriatrici. Lo sostiene uno studio pubblicato dal Journal of the American Geriatrics Society.
I ricercatori del San Francisco VA Medical Center hanno analizzato le risposte ad un questionario sottoposto a 120 recluse over 55 del sistema carcerario della California. “Una prigione non è un luogo sicuro per gli anziani vulnerabili”, spiega Brie Williams, geriatra e leader del team di ricercatori. “Nell’ambiente carcerario ci sono una serie di attività fisiche che devono essere effettuate ogni giorno per guadagnarsi l’indipendenza, e non sono ovviamente le stesse che sarebbero richieste ad un anziano nel mondo civile. Ad esempio, quando suona l’allarme, ogni detenuto ha ordine di sdraiarsi immediatamente a terra, per permettere allo staff di intervenire. Persino i detenuti sulla sedia a rotelle devono scendere e sdraiarsi a terra. Si può facilmente immaginare che per una persona con problemi di deambulazione o di osteoporosi anche un movimento del genere può rappresentare un rischio. E gli allarmi a volte suonano più volte in un giorno”.
Lo studio ha accertato che il 69 per cento delle detenute riporta che almeno una delle attività quotidiane della prigione è molto difficile da portare avanti. Il 16 per cento riporta di aver bisogno di aiuto durante la giornata, una percentuale doppia rispetto alla popolazione generale degli Usa, e infine il 51 per cento delle detenute racconta di esser caduta almeno una volta nell’ultimo anno. Le partecipanti allo studio sono risultate anche mediamente meno in salute della popolazione generale, con incidenza più elevata di ipertensione, artrite, asma e patologie respiratorie.
In attesa di interventi a lungo termine, i ricercatori suggeriscono all’amministrazione carceraria una serie di provvedimenti immediati: “Le prigioniere over 55 dovrebbero avere brande vicino al pavimento e celle vicine alle toilette, ma certo servono interventi più profondi e strutturali”, conclude Williams.
Biblio: Williams BA, Lindquist K, Sudore RL et al. Being Old and Doing Time: Functional Impairment and Adverse Experiences of Geriatric Female Prisoners. Journal of the American Geriatrics Society doi:10.1111/j.1532-5415.2006.00662.x
Autore: David Frati
Fonte: http://it.health.yahoo.net