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    Neuroni specchio, empatia e rapport in PNL e counseling

    Il modello di Counseling insegnato presso l’IIPNL di Bologna e PNL Meta di Milano è basato sull’integrazione di due approcci: la Programmazione  NeuroLinguistica e la Terapia Centrata Sulle Soluzioni di De Shazer e Insoo Kim Berg.

    I punti comuni ai due metodi sono essenzialmente i seguenti: 

    a)
    L’importanza attribuita alla chiarificazione degli Obiettivi, cioè al “contratto” tra il Cliente e l’Operatore;
    b) La grande attenzione all’Alleanza Terapeutica.

    Recenti ricerche (si veda la ricerca condotta da Daniel N. Klein e collaboratori presso la State University of New York at Stony Brook, che evidenzia l’effetto dell’Alleanza Terapeutica sull’esito positivo della psicoterapia) dimostrano che questi fattori sono i più rilevanti, se non gli unici rilevanti, ai fini di garantire l’efficacia dell’intervento.

    Dando per scontato che la “contrattualità” sia già, o debba essere, implicita nell’attività di counseling (se non altro per differenziare i casi “da counseling” da quelli che invece necessitano di una psicoterapia vera e propria), vale la pena di esaminare più a fondo l'"Alleanza Terapeutica” dove l’Empatia, e di conseguenza i Neuroni Specchio potrebbero giocare un ruolo importante.

    Il problema è che l’Alleanza Terapeutica è essenzialmente un concetto soggettivo, una percezione del cliente, difficile da oggettivizzare e le cui componenti possono essere parecchie.
    Ora, entrambi gli approcci da noi prescelti indicano modalità per favorire questa percezione: anticipiamo subito che tali modalità sembrano escludere che l’empatia in sé sia una componente necessaria o sufficiente, mentre è possibile che i Neuroni Specchio giochino ugualmente un ruolo significativo.

    Infatti, secondo la PNL, la cornice che favorisce il problem solving è il Rapport (positivo, ovviamente) che si stabilisce tra Cliente e Operatore, altrimenti definito come solida e fondata impressione (del cliente) di condividere la stessa Mappa (o Visione) del mondo.
    A tale impressione si arriva attraverso operazioni sensorialmente basate di Feed-Back e Riconoscimento, raggruppate, guarda caso, sotto il termine generale di Rispecchiamento (esempi tipici sono il rispecchiamento della respirazione, delle metafore, delle modalità linguistiche e, sotto forma di riconoscimento, di convinzioni e valori).

    Benché tutto questo non implichi necessariamente una partecipazione emotiva, è molto probabile che tali operazioni “parlino” proprio ai Neuroni Specchio, che quindi possiamo supporre abbiano una funzione ben più generale, nei rapporti con l’altro e con il mondo, della pura e semplice “empatia”.

    Dall’altra parte, l’approccio di De Shazer sottolinea, allo scopo sempre di favorire l’Alleanza, l’importanza di un ben definito tipo di “ascolto”, evidenziato dalla successiva “restituzione” linguistica, dalla esplorazione e scoperta di particolari Risorse del cliente, per lo più ignorate o svalutate dal cliente stesso, e dall’uso di incoraggiamenti (“complimenti”) che devono seguire regole precise di “buona formazione”.


    Entrambi gli approcci dedicano inoltre grande spazio a ridurre la complessità a piccole e maneggevoli unità più semplici e più praticabili per il cliente (esempio: qual è il primo e più piccolo, quasi insignificante, passo per il raggiungimento di un Obiettivo apparentemente difficilissimo?).
     

    Articolo scritto da 
    Gianni Fortunato Direttore dell’IIPNL Istituto Italiano di Programmazione NeuroLinguistica 

    Bibliografia

    Lankton S., Magia pratica, Ed. Astrolabio, Roma, 1981.
    Berg Insoo K. – Miller Scott D., Quando bere diventa un problema, Ed. Ponte alle Grazie, 2001.
    Klein Daniel N. et al., Therapeutic alliance in depression treatment: Controlling for prior change and patient characteristics in Journal of consulting and clinical psychology 2003, vol. 71, no6, Ed. American Psychological Association, Washington.

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