Una console pensata per il divertimento videoludico come Nintendo Wii si è rivelata un ottimo coadiuvante delle cure mediche, almeno in determinati settori.
Le applicazioni in campo riabilitativo, già citate su oneGames si moltiplicano, così come nella geriatria applicata.
Una ricerca pubblicata recentemente su PLoS ONE, la nota rivista scientifica Open Access edita dalla Public Library of Science, ha dimostrato come il Wiimote sia risultato utile anche in psicologia.
Il gruppo di studio di Rick Dale, dell’Università di Memphis, ha utilizzato la console per studiare i movimenti dei soggetti che hanno aderito alla ricerca, mentre si dedicavano a compiti di apprendimento.
I movimenti del braccio cambiavano a mano a mano che i soggetti si impratichivano con il compito da svolgere.
Per i ricercatori, il Wiimote ha permesso di comprendere come i movimenti del corpo si modificano in modo sistematico adattandosi ai cambiamenti mentali dovuti all’assolvimento di un determinato compito.
Il Wiimote si è rivelato lo strumento adatto per questo esperimento, considerando quanto la console immerga nel gameplay.
Risulta dunque una variabile molto più gestibile durante l’esperimento stesso, a differenza di un “normale” videogioco con cui è molto più difficile imparare i comandi e che può mettere in soggezione gli utenti.
I risultati ottenuti dal team di Dale suggeriscono che l’interazione tra corpo e mente è molto più stretta di quanto supposto finora, e che nel progettare qualsiasi tipo di interfaccia, sia per l’apprendimento che per lavoro, sia necessario tenerne conto.
Dale ha sottolineato come una delle ragioni del successo del Wiimote sia proprio nell’interazione naturale tra movimento corporeo e processo mentale coinvolto nel videogioco.
L’esperimento condotto a Memphis apre dunque la strada a ulteriori studi nel campo della psicologia per capire la relazione tra azione e processi cognitivi.
Articolo tratto da: http://www.onegames.it/