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    Obesità infantile, un lento miglioramento

    “Obesità infantile: in Italia calo a piccoli passi”
    Si intitola così l’articolo di Fabio Di Todaro pubblicato sul Magazine della Fondazione Umberto Veronesi.

    I nuovi dati del sistema “Okkio alla Salute” documentano un calo del sovrappeso e dell’obesità infantile tra i piccoli. Ma i bambini italiani restano i più “rotondi d’Europa”. 

    L’Italia sembra aver finalmente iniziato ad applicare tutte le indicazioni e direttive che da anni l’OMS sostiene rispetto al benessere alimentare. L’ultima analisi del 2016 sosteneva la presenza di 41 milioni di bambini sovrappeso e obesi condannando cibi malsani, bibite zuccherate e scarsa educazione alimentare.

    A quanto pare tutte le raccomandazioni sono servite e la retta via è stata intrapresa. 


    Non possiamo però adagiarci sugli allori; i nostri bambini continuano a essere i più grassi d'Europa. 

    I dati sono stati raccolti su un campione di oltre 98.000 persone: equamente ripartiti tra bambini e genitori. L'indagine ha svelato come la quota di bambini obesi (6-10 anni) sia scesa al di sotto del dieci per cento (9,3). Mentre quella dei coetanei in sovrappeso s'attesta oggi attorno al venti per cento (21,3). Percentuali che, riportate in valore assoluto, equivalgono a dire che un bambino su cinque è in sovrappeso e uno su dieci obeso. 

    Questo denota quanto ci sia ancora da fare, soprattutto nella promozione della consapevolezza sui corretti stili di vita.
    I protagonisti delle nostre attenzioni devono assolutamente essere i genitori, che hanno il compito di monitorare le condotte alimentari proprie e dei loro figli. 


    “Circa il 40 per cento delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il peso del proprio figlio sia nella norma”. 



    Questo significa che sono i genitori stessi a non rendersi conto della situazione presente. La dieta non risulta bilanciata, le porzioni raccomandate di frutta, verdura e assunzione calorica giornaliera non sono rispettate. 
    Anche l’attenzione all’attività sportiva non è sufficiente. I bambini sono troppo sedentari: svolgono poco movimento e attività fisica strutturata, a cui si somma l’uso scorretto della tecnologia, della tv, di cellulari e tablet.

    Si evince che c’è ancora molto da fare. Con i genitori in primis, i più coinvolti nell’educazione corretta dei figli; ma poi anche nelle scuole, associazioni sportive, centri ricreativi

    Lo psicologo deve essere presente per supportare comportamenti adeguati, svolgere corsi di psicoeducazione alimentare, sensibilizzare condotte corrette e prevenzione delle patologie. Insomma, possiamo e dobbiamo impegnarci per far fronte alla situazione attuale e proseguire sulla retta via.

    “Non è abbastanza fare dei passi che un giorno ci condurranno alla meta, ogni passo deve essere lui stesso una meta, nello stesso momento in cui ci porta avanti”. (Goethe)

    Articolo scritto dalla dr.ssa Dott.ssa Monica Pirola docente del webinar: Il comportamento alimentare dei bambini: un metodo di intervento organizzato da Obiettivo psicologia.


    Fonti
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