Secondo l’indagine annuale del Centro Studi di Unioncamere e del Ministero del Lavoro sui fabbisogni professionali e le previsioni di assunzione delle imprese italiane nel 2004, l’occupazione femminile fa complessivamente un piccolo passo indietro rispetto ai dati rilevati lo scorso anno, mentre i casi di saldo positivo riguardano i settori tradizionalmente “rosa” e i profili ad alta professionalità.
Significativo a questo proposito la percentuale di donne manager richieste dal mercato: un esiguo 5% che rappresenta comunque un discreto miglioramento rispetto al passato recente (lo scorso anno erano poco più dell’1,5%).
Lo studio, condotto su un campione di 10 mila aziende, ha preso in esame le imprese private con almeno un assunto, escludendo le diverse forme di lavoro autonomo e la situazione occupazionale della Pubblica Amministrazione.
Delle 673.763 nuove assunzioni previste dalle imprese entro l’anno, la quota che spetta alle donne oscilla dal 18,5% (tante sono infatti le dichiarazioni di preferenza espresse dai datori di lavoro nei confronti del gentil sesso) al 52,6% (percentuale di chi ha affermato di voler assumere indifferentemente un uomo o una donna).
La richiesta di professionalità femminile si concentra in settori tradizionalmente appannaggio del gentil sesso, come scuola, formazione, cultura e spettacolo, insegnanti di scuola elementare, media e superiore, specialiste della didattica e della formazione, archiviste e conservatrici di beni culturali, filologhe, traduttrici e interpreti, scrittrici, giornaliste, coreografe e ballerine le professioni ad alta specializzazione che spalancano le porte alle donne.
I “mestieri” sono delle donne anche nel settore dell’assistenza sociale e in quello scientifico-sanitario. Per i profili a maggior specializzazione sono richieste farmaciste, dottoresse e biologhe, mentre ostetrica, assistente sanitario, tecnico delle scienze biologiche ed alimentari, assistente sociale, fisioterapista, infermiera professionale si guadagnano le preferenze tra i tecnici. Nel settore delle vendite e dei servizi per le famiglie, le donne troveranno più facilmente lavoro come addette ai servizi personali, assistenti socio-sanitari a domicilio e presso istituzioni private.
Poche le opportunità nell’ambito della gestione economica e amministrativa. Premiando l’indiscussa capacità di relazionarsi con il pubblico, le imprese che operano sia nel settore finanziario che nel settore del tempo libero preferiscono lasciare spazio alle assunzioni femminili. Anche la moda e la bellezza riservano uno spazio alle donne e non solo per le figure che riguardano le cure estetiche, ma anche per i profili di operaie specializzate.
Scorrendo la cartina della penisola, le regioni nelle quali le assunzioni femminili risultano privilegiate sono l’Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio. Calabria, Sicilia e Puglia, invece, rappresentano il fanalino di coda.
Articolo tratto dal sito web http://www.netmanager.it/