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    Progettare nel sociale: la valutazione delle gare d’appalto

    Chi desidera lavorare nel sociale e promuovere azioni rivolte al sostegno educativo, psicologico o sanitario, ha la possibilità di implementare alcune competenze chiave per accedere ai fondi che Comuni e Regioni mettono a disposizione.

    Non si tratta soltanto di saper redigere un progetto ma di avere delle informazioni base su come leggere e valutare un bando.

    Il bando è caratterizzato da un testo breve e generico con il quale, l’ente appaltante diffonde la notizia in merito ad una gara di appalto per l’aggiudicazione di un contratto. Per avere efficacia, il bando è pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana e sul sito internet dell’ente appaltante sotto forma di Avviso Pubblico; l’avviso pubblico contiene sinteticamente l’oggetto del bando e quindi il contenuto del servizio richiesto.

    Dopo aver scelto il bando e visualizzato tutti i documenti da cui è composto, è necessario effettuare la valutazione ex ante.
    Questa fase è molto importante perché ci permette di individuare se il bando che stiamo scegliendo è “fattibile” oppure no ed evitare di perdere tempo prezioso.

    Questo tipo di valutazione consiste nel leggere soltanto alcuni documenti, ad esempio il Capitolato del bando e di  raccogliere quelle informazioni tecniche, di progetto ed economiche che ci permettono di sapere se è possibile partecipare o meno al bando.

    Di seguito riporto alcune domande guida di cui è composta la valutazione ex ante:

    • Quando scade il bando?
    • Quanti soldi vengono messi a disposizione per aprire il servizio?
    • Quali sono i servizi richiesti e quali figure richiede?
    • Che tipo di formula viene usata in fase di valutazione economica?

    Valutiamo il primo punto: Quando scade il bando?

    La scadenza è un dato molto importante; non è raro trovarsi di fronte ad un bando in cui viene richiesto l’invio delle proposte 20 giorni dopo la pubblicazione dell’avviso. E’ necessario sapere che redigere un progetto richiede molto più tempo, soprattutto se le persone predisposte alla stesura dello stesso, sono impegnate anche in altre attività lavorative, come spesso accade.

    E’ opportuno sapere se il tempo che intercorre tra l’uscita del bando e la consegna della proposta è sufficiente al fine di redigere un progetto completo e corretto in tutti i suoi  punti; se non lo fosse, sarebbe preferibile “usare” il bando per fare esperienza dei tempi necessari per elaborare una proposta e tenerla pronta per il bando successivo, ovvero  riadattare il progetto alle richieste di un nuovo bando simile ed avere quindi già una proposta da migliorare o implementare riuscendo a stare nei tempi previsti.

    Quanti soldi vengono messi a disposizione per aprire il servizio?

    Chiunque voglia cimentarsi nel “mondo” dei bandi deve avere accesso a diversi tipi di strumenti ed informazioni di carattere economico e commerciale fondamentali nella fase di valutazione ex ante del bando stesso.
    Mi riferisco ad esempio, ad alcuni programmi Excel, che possono essere usati per calcolare il costo del servizio reale richiesto dal bando, ovvero il costo orario di ogni operatore, secondo i criteri del CCNL corrente. Nella pagina Excel infatti è possibile inserire tutte le voci utili: figure professionali richieste e costo orario delle stesse, il monte ore di lavoro effettivo richiesto dal bando per ogni singola figura, eventuali costi relativi al personale ausiliario o costi di segreteria.

    Inserendo il budget messo a disposizione è possibile fare una prima e fondamentale valutazione sui costi reali del servizio. A questo punto e non prima è possibile decidere se iniziare a scrivere la proposta progettuale oppure no. 

    Quali sono i servizi richiesti e quali figure prevede?

    Anche questo punto merita una riflessione. Alcuni bandi chiedono alla società appaltante l’apertura di servizi che a volte prevedono l’utilizzo di una sede, altre volte no.
    Consideriamo ad esempio un bando per l’apertura di un servizio di assistenza domiciliare, in questo caso non è necessario possedere una struttura, mentre nel caso dell’apertura di una ludoteca o di una casa famiglia diventa necessaria. Se l’ente appaltante non mette a disposizione locali di sua proprietà ma chiede alla società appaltante di farlo, vuol dire che chi non li ha, non può partecipare a quel bando.

    Un altro aspetto da non sottovalutare sono le figure richieste (assistenti sociali, OSS, psicologi, educatori, mediatori); se non si hanno a disposizione queste figure ma si vuole comunque partecipare al bando, allora diventa opportuno costituire un ATI (associazione temporanea di imprese), dove più imprese  compartecipano alla stesura del progetto mettendo a disposizione le risorse, locali e personale qualificato.

    Che tipo di formula viene usata in fase di valutazione economica?

    Chi scrive il bando dedica anche una parte del Capitolato alla stesura e alla descrizione della formula che in sede di valutazione verrà usata per dare un punteggio alla proposta economica.
    Esistono diverse formule adottate dalle stazioni appaltanti per assegnare il punteggio sui prezzi offerti; tra le più usate ne esistono due: mettere a confronto i prezzi o mettere a confronto i ribassi.
    Se sono i prezzi ad essere messi a confronto, il prezzo più basso recupera sicuramente pochi punti di vantaggio rispetto agli altri prezzi offerti.

    Se sono i ribassi ad essere messi a confronto, il prezzo più basso può recuperare moltissimi punti e risultare facilmente determinante nella selezione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. In genere sono preferibile le gare in cui si confrontano i prezzi e non i ribassi.

    A cura della Dott.ssa Romina Marelli, docente nel corso: Progettazione nel sociale: come ricercare fondi e scrivere progetti, organizzato da Obiettivo Psicologia.

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