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    Quello ‘strano’ malumore del bambino tornato dalle vacanze

    Medici, educatori e genitori si interrogano su una sindrome pediatrica poco studiata: quella del ritorno dalle vacanze. La nostalgia di colonie, campeggi e campi-scuola colpisce numerosi bambini di tutto il mondo, rivela un’inchiesta del settimanale Newsweek. Ma si tratta davvero di una notizia sorprendente? Invece di sentire la mancanza della loro cameretta, dei loro giochi o del comfort della loro casa quando sono in vacanza, ai bambini colpiti da questa strana sindrome accade al contrario di sentire la mancanza delle attività all’aria aperta, delle chiacchierate attorno al fuoco, dell’indipendenza dai genitori.

    “Quando abbiamo accolto Rachel con uno squillante e sorridente Bentornata! Abbiamo ricevuto in risposta un Ciao detto di sfuggita e di malumore”, racconta una coppia di genitori inglesi a Newsweek. “Poi nostra figlia si è messa a piangere e si è barricata in camera sua. E questo è stato solo l’inizio: nelle settimane seguenti la Rachel solare e scherzosa che conoscevamo ha lasciato il posto a una bambina collerica, che parla a monosillabi e piange per un niente”. Ma possibile che si arrivi al punto di ritenere patologico che un bambino si diverta più a giocare con i suoi coetanei in piena libertà che chiuso tra quattro mura in una città, magari affollata e inquinata? “Non credo proprio che questa condizione possa definirsi una malattia”, frena Ethan Schafer, psicologo infantile dell’Ohio. “Ma è un’emozione reale, una forma leggera di angoscia. Però è importante sottolineare che ai bambini fa bene essere esposti ad un ragionevole quantitativo di stress, per imparare a conviverci e a combatterlo”. La ricetta dello psicologo? Innanzitutto accertare che durante la vacanza non sia successo nulla di grave a livello fisico e psicologico, per sincerarsi che le reazioni emotive non siano espressione di un qualche trauma grave. E poi lasciare esprimere i bambini, tentare di far loro comunicare la tristezza e la rabbia che li opprime. Con pazienza e costanza. Insomma, fare i genitori. 

     

    Fonte: Shenfeld H. Campsickness: when kids come home surly. Newsweek 05/07/2007.
    http://it.notizie.yahoo.com

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